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giovedì 23 gennaio 2014

LA GERMANIA SI SPACCA SULLA RIFORMA DELLA TASSAZIONE IMMOBILIARE

Imu, la Germania si spacca sul mattone

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Comuni, Regioni e Stato litigano su come dividersi il tesoretto. Il mercato immobiliare nel 2013 è cresciuto del 21% a quota 30,8 miliardi.
berlinoNessuno sa bene quanto e quando si dovrà pagare. I proprietari di casa temono il crollo dei prezzi degli immobili, gli inquilini un rincaro degli affitti. Comuni, Regioni e Stato litigano su come dividersi il tesoretto. Se non bastasse, il sistema fiscale ha aliquote di suo già alte e alquanto obsolete. Sembra l’Italia, ma stiamo parlando della Germania, che come il Belpaese si accinge a intervenire sulla tassazione della casa.
I TEDESCHI ARRIVANO CON UN ANNO DI RITARDO.Berlino sta rivivendo con un anno di ritardo quello che ha già vissuto Roma. E identiche tra i due Paesi sono anche le ripercussioni sulla stabilità della grossa coalizione.
Lo psicodramma sta creando non poco imbarazzo in Cdu e Spd. Tutto ha avuto inizio quando i due partiti, nel contratto di coalizione, hanno inserito la riforma della tassazione immobiliare. Anche perché in Germania i cittadini pagano tantissimo, ma gli incassi spesso si perdono in miliardi di rivoli, quanti sono i livelli istituzionali tra i quali si divide il gettito.
OPERAZIONE DI RAZIONALIZZAZIONE. I tedeschi da tempo chiedono un’opera di razionalizzazione. Infatti la normativa è abbastanza farraginosa. A livello locale ogni länder ha una sua tassazione, diversa dal vicino. Ed è abbastanza difficile da calcolare. Il pilastro principale è composto da una tassa fondiaria molto simile alla nostra Imu e che viene computata in base a specifici moltiplicatori. Il principale è la rendita catastale (circa il 60 per cento del valore di mercato dell’immobile), che ogni anno deve essere comunicata da ogni Bundesland. Ma a sua volta questo parametro viene moltiplicato per indici differenti a seconda delle province (in media intorno allo 0,35 per cento) e della città.
TASSE SUL REDDITO DA LOCAZIONE. Accanto alla parte fondiaria – non ci sono tasse patrimoniali sugli immobili – i tedeschi pagano anche un’imposta sul reddito da locazione, ad aliquota marginale. La quale, però, subisce forti deduzioni in base alle spese effettivamente sostenute.
Va da sé che questo sistema mette a dura prova la pazienza dei tedeschi. I quali, anche se la macchina statale funziona, hanno poco da invidiare a italiani e francesi per numero di passaggi burocratici .
PROPRIETARI DI CASE TARTASSATI. Se non bastasse il proprietario tedesco paga, con in media circa 8.600 euro, di tassa fondiaria e di cedolare sugli affitti il doppio di quello che versa un cittadino italiano. Il governo federale vuole aumentare la capacità dei comuni di alzare le aliquote locali (anche qui come in Italia è il balzello sulla casa la principale via di finanziamento della periferia). Poi preme sui Länder per equiparare i regolamenti di applicazione della legge sul territorio nazionale. Anche perché la Corte Costituzionale potrebbe a breve intervenire viste le palesi diseguaglianze tra una zona e l’altra del Paese.
VALORI CATASTALI DA AGGIORNARE. Di per sé l’intento del governo è chiaro: rendere le tasse sulla cassa più eque, aggiornare i valori catastali equiparandoli alle correnti quotazioni immobiliari. Ma gli effetti sono stati opposti: i presidenti dei Länder non vogliono perdere i vantaggi concessi attraverso le loro legislazioni regionali o pezzi di gettito; dal canto loro i Borgomastri temono di scontentare i loro elettori e non amano passare per quelli che aumentano le imposte sulla casa. Tasse che va da sé, potrebbero diminuire i margini dei proprietari e alzare gli affitti degli inquilini.
MERCATO IMMOBILIARE IN RIALZO DEL 21%. Intanto il mercato sta a guardare perché la Germania, insieme con la Gran Bretagna, sta tirando la volata al mercato del real estate europeo. Per Berlino il 2013 è stato un anno d’oro: il settore, soltanto nell’ultimo trimestre dell’anno ha visto salire a quota 11,8 miliardi di euro gli investimenti, portando il volume delle transazioni annuali a un totale di 30,8 miliardi. Cioè in rialzo del 21 per cento sul 2012.

fonte http://www.economiaweb.it/

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