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venerdì 19 aprile 2013

Atroce agonia Pd: rispetto a Bersani, il Trota è Churchill


«E’ del tutto evidente che il Pd sta per tirare un rigore senza portiere. Sbagliarlo sarebbe impossibile, quindi possono sbagliare». Parola del “profeta” Andrea Scanzi, su Twitter e Facebook il 17 e 18 aprile, nelle retrovie del voto per il Quirinale. «Un ritratto spietato di una macchina politica al capolinea, il Pd, pronta a immolarsi aBerlusconi in un momento politico drammatico», osserva “Megachip”. «Un gruppo dirigente disastroso, incapace di prendere in considerazione Rodotà». Tutto merito dello “smacchiatore”: «Chi come me l’ha votato alle primarie del centrosinistra, pur non lesinandogli pubbliche critiche, ha il dovere di chiedersi quale logica perversa abbia guidato Pierluigi Bersani a sbattere clamorosamente, prima perdendo milioni di voti e poi perdendo anche la faccia», protesta Gad Lerner. «La modalità con cui Bersani ha privilegiato il rapporto con Berlusconi fanno parte di questa mentalità vetusta: l’idea che prima di tutto venga la salvaguardia del proprio gruppo d’appartenenza. Pessimo, ci ha defraudato, è venuto meno alle sue prerogative. Insieme a Franco Marini mi auguro che per coerenza ora lasci al più presto anche Bersani».
Mentre gli iscritti al Pd bombardano di mail il partito intimandogli inutilmente di votare per Rodotà, i democratici sbandano in ordine sparso, e Ugo Tognazzi nei panni di Raffaello Mascetti in "Amici miei"il giornalista del “Fatto” infierisce: Scanzi, riconosce “Megachip”, ha generato un flusso traboccante di ironia, amarezza ed emozioni, «componendo una cronaca sincopata, perfettamente aderente alle convulsioni delle elezioni del presidente della Repubblica». E’ il 17 aprile, e Scanzi scrive: «E’ un treno irripetibile, divenuto facilissimo da prendere: si votà Rodotà, si elegge un presidente meraviglioso, si dà una mazzata al centrodestra e vamos». Invece, il Pdsta pensando – insieme al Pdl – a nomi come Amato, D’Alema o la Finocchiaro. «E’ davvero sconcertante, e sconfortante, constatare il sistematico obbrobrio di questo partito ora incapace e ora (più spesso) deliberatamente correo. Il solo fatto di pensare a questa ipotesi terrificante dà la misura del peso politico di tali “statisti”», che rappresentano «la “forza” (va be’) più imbarazzante e inutilmente supponente tra tutti iAlessandra Moretticentrosinistra d’Europa».
Alessandra Moretti svela: «Tranquilli, Bersani ha una carta segreta per il Colle». Sì, Mazinga. Fatela finita e votate Rodotà, supplica Scanzi. «Ultim’ora: Bersani ha (avrebbe?) proposto aBerlusconi una rosa di tre nomi: Amato, D’Alema e Marini. Se così fosse, sarebbero senza vergogna. Senza ritegno. Senza pietà». Il candidato ufficiale del M5S diviene definitivamente Rodotà. «Ora il Pd è senza più alibi: avrà il coraggio di preferire uno dei suddetti impresentabili (oppure la foglia di fico Cassese) a una figura di specchiato valore come Stefano Rodotà?». Uno che, «per la gioia di chiunque ha a cuore questo paese, ha accettato la candidatura». Chiaro: «Nome migliore non poteva esserci (e lo ripeto da settimane). Pd, non hai più alibi: se non voti Rodotà (che peraltro è un nome più “tuo” che del M5S), decreterai la tua morte». Difatti: «Pare che le menti deviate e avariate del peggiore centrosinistra della Terra abbiano partorito il suicidio del secolo: Marini». Ovvero: «Sindacalista pessimo, politico bolsissimo,Bersani e Alfanofigura gradita agli italiani (che tanto non contano un cazzo) più o meno quanto lo era Baggio da Lippi».
Pdl e frattaglie (montiani) ovviamente d’accordo. «Sarebbe uno scempio senza precedenti: il Pd imploderebbe, Renzi fonderebbe il suo partito di quasi-destra (auguri), Berlusconi prenderebbe ancora più forza e il “Movimento 5 Stelle” schizzerebbe a percentuali pressoché bulgare. Bersani, che ti dice la testa? Perché volete farci anche questo?». Eppure: il verdetto è confermatto dall’assemblea serale della vigilia: Marini. «Stasera Bersani (e la nomenklatura pietosa che ha sfasciato la sinistrain Italia) ha dato ragione a chi ripete che tra Pd e Pdl non c’è alcuna differenza. Vergognatevi, cari (per niente) D’Alema e compagnia cantante. Siete la cancrena silenziosa di questo paese perennemente alla deriva». Avverte Scanzi: «Ricordatevi per sempre queste facce, questi nomi. La faccia dei Boccia, con l’espressione arrogante e tronfia dei fedeli-alla-linea che hanno appena avallato una scelta abominevole. La faccia dei Fassina, secondo cui “Franco è in grado di ricostruire una connessione sentimentale con il paese” (aiutatelo: ne ha tanto bisogno). E le facce dei tanti, troppi piddini che “è tutta colpa di Grillo e di chi l’ha votato”. Ricordatevele. Sono le facce del peggiore centrosinistra del mondo. Le facce di burocrati senza talento, di polli di allevamento supponenti eAndrea Scanziimperdonabili. Le facce di mediani correi che hanno contribuito ad ammazzare un paese».
Constatazioni: «Marini piace a Bersani, D’Alema, Sallusti, Geloni, Monti, Boccia, Penati e Santanché. Neanche Darth Vader aveva una fedina penale simile». Sicché: «Quello del Pd nei confronti di Berlusconi non è amore: è stalking». Impietoso, Scanzi riesuma l’archivio del “Corriere della Sera”, un’intervista nella quale il segretario del Pd racconta: “Così io e D’Alema facemmo cadere Prodi”. «Vai Bersani, smacchia anche questo». Il Pd è morto di stupidità, scrive Alessandro Gilioli. Marini, «il sindacalista che piaceva a tutti tranne che agli operai», è stato così amato che a febbraio il suo Abruzzo ha votato tutti tranne lui. «E il Pd, sempre sveglio come una faina morta, cosa si è inventato ieri? Lo ha scelto – pur avendo una maggioranza praticamente autosufficiente dalla quarta votazione – come presidente della Repubblica. Provocando al contempo l’esplosione della sua base e gli orgasmi deiFrancesco BocciaBrunetta (ahhhh). Questa dirigenza è così politicamente stupida – sorda, ignorante, arrogante – che, in confronto, il Trota è Churchill».
Altra notizia: pare che anche i “giovani turchi” voteranno Franco Marini al Colle. «Nulla di strano: se la speranza del Pd è Orfini, la speranza non esiste». Attenzione: «Votare il Pdperché “la priorità è sconfiggere Berlusconi” è come andare tutte le domeniche a Messa perché si è atei». Confessa Scanzi: «Sono così triste che stamani trovo condivisibile persino la retorica (barocca, ma onesta) di Nichi Vendola». Marini? «Si sta rivelando utilissimo: sta catalizzando attorno a sé il peggio del Pd. Più che un candidato, una calamita. O calamità», mentre Brunetta e Gasparri «non trattengono l’orgasmo per il nome di Marini». Bersani? «Il più amato dai (finti) avversari». Beppe Grillo avverte: «La scelta è tra Rodotà, il presidente degli italiani, e Marini, il presidente di Berlusconi. Marini è corretto, ma è ovvio che verrà messo lì per salvare il culo a sappiamo chi». Chi nega la veridicità di queste parole, dice Scanzi, «o si chiama Francesco Boccia o ha l’onestà intellettuale di un fagiolo lesso (o entrambe le cose)».
La conta in aula procede, e la voce della Boldrini quando dice “Franco Marini” «ha la implacabilità delle sentenze di morte. E’ perfetta, quindi». Non mancano lampi di ironia, affidati alla scheda: “Raffaello Mascetti”, alias Ugo Tognazzi, presidente della Repubblica. «Forza “Amici miei”», omaggio estemporaneo al grande Monicelli. All’ingresso, troneggia il cartello: “Bersani sicario del Pd”. «Per il socialista Nencini, Marini ha ancora chance: quindi politicamente è proprio morto». Marini è a fine corsa, «ma Sciagura-Pd può sbagliare ancora», perché «un partito minimamente onesto e capace capirebbe che Marini è amato e condiviso come la bistecca da un vegano». E dopo Marini, chi rispolvereranno? Ipotesi 1: «Mariano Rumor, gradito anche alla destra, ma pare che sia morto e quindi non si senta molto bene». Oppure D’Alema e Amato, «che se possibile sono pure peggio di Marini: essendo un’idea folle, Bersani (che in qualsiasi altro paese si sarebbe già dimesso da almeno 37 anni) ci sta pensando seriamente». Ipotesi 3: foglia di fico, tipo Sabino Cassese. Qualsiasi nome, pur di evitare Rododà: «Tale Matteo Orfiniipotesi è così naturale, logica e bella da risultare (ovviamente) la meno probabile».
Orfini si è appena vantato di aver votato Marini – pur non condividendo – per “fedeltà al partito”. «Polli di allevamento, ieri e oggi». Tra schede bianche e tatticismi, si andrà alla quarta votazione: magari ripescando Prodi o “Baffo Tragico”? Finalmente prende posizione il capogruppo dei grillini al Senato, «un Crimi cazzuto e chiaro: “Perché un altro nome? Cos’ha che non va Rodotà?”. Bravo». Tutto inutile: «Bersani sta al Pd come Dexter ai serial killer. Anche se Dexter tutto sommato ha più cuore». Il fallimento del voto a Marini fa esasperare il portavoce Pdl: «Hanno vinto i dinamitardi, Renzi e Grillo. E’ la fine del sistema». Scanzi: «Dai Cicchitto, non fare così. Non essere così ottimista». Per fortuna resta sempre Orfini: «Dimostra 97 anni. Poi, quando parla, di più». E meno male Bersani annuncia: «Si apre una fase nuova».  I guai non sono finiti: da quello stesso cilindro ora potrebbero uscire l’atroce D’Alema o il vecchio Prodi, l’euro-killer dell’Italia travestito da bonaccione. Scanzi: «Viene da ridere, perché ormai Bersani parla da solo (e si risponde pure) come Jack Torrance in Shining». Già, il segretario: «Bersani è un gigante: sta riuscendo a perdere un’altra volta da solo. Come è bravo a smacchiarsi lui, nessuno mai. Se Bersani combattesse a Waterloo, Waterloo si dichiarerebbe inagibile. A nessuno piace vincere facile».

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