Muos, attivisti sulle antenne denunciati per occupazione di suolo militare
di Dario Lo Scalzo - 23 Aprile 2013
"L’intrusione nella base ha immediatamente eccitato gli animi facendo intervenire le forze dell’ordine"
Un atto dimostrativo di elusione dei controlli ma allo stesso tempo un gesto simbolicamente provocatore e di protesta che è stato determinato dall’ennesimo passaggio ed ingresso all’interno della base di un convoglio militare favorito dalla rude rimozione dei blocchi degli attivisti del presidio da parte delle forze dell’ordine.
Tra i mezzi entrati nella base anche una gru che ha fatto scaturire il timore che i lavori potessero proseguire nonostante la revoca dei permessi sancita ufficialmente dalla Regione siciliana e malgrado la sospensione sino al 31 maggio secondo gli accordi siglati tra il Governo italiano e le autorità statunitensi in attesa dei risultati di uno studio che valuterà gli effetti delle onde radar sulla persone e sull’ambiente.
L’intrusione nella base ha immediatamente eccitato gli animi facendo intervenire immediatamente le forze dell’ordine, le ambulanze e i soccorritori timorosi di ferimenti legati all’altezza, alla pericolosità e ai rischi delle antenne. Sale la tensione, cominciano i tafferugli e gli scontri con la polizia e solamente nel tardo pomeriggio la situazione si rasserena quando il noto pacifista catanese Turi Vaccaro, il primo ad oltrepassare la rete di recinzione, e un altro attivista scendono dai tralicci.
La violazione della zona militare di Niscemi è costata una denuncia a due attiviste mentre per gli ultimi due temerari è scattato l’arresto per danneggiamento aggravato, per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale e introduzione abusiva in luogo militare.
Inevitabilmente il gesto scaturisce le reazioni degli attori coinvolti e fa permanere alta la tensione intorno al MUOS. Nelle ultime ore giunge l’ira delle autorità statunitensi che attraverso alcuni comunicati da un lato dichiarano di volere garantire il rispetto degli accordi di sospensione dei lavori per il Muos e dall’altro condannano il gesto d’invasione denunciando inoltre il rischio di danneggiamento agli impianti della Naval Radio Transmitter Facility di Niscemi fondamentali ed essenziali per le operazioni militari “umanitarie” della Nato nel bacino mediterraneo.
Ancora una volta osserviamo e prendiamo atto che, in fondo, da qualsiasi lato si prenda la vicenda MUOS, per gli statunitensi conta solo e sempre la guerra o la possibilità di fare guerra.
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