Il problema dell’economia è che il deficit di bilancio è troppo basso: dev’essere molto maggiore. Ci deve essere più spesa pubblica o una minor tassazione, oppure una combinazione delle due. Comunque, il deficit è troppo basso. E il problema è che tutti i vostri leader politici pensano che il deficit sia eccessivo, e quindi fanno tutto il possibile per ridurlo. Il deficit, però, è uguale ai vostri risparmi: i vostri risparmi sono troppo bassi, voi non avete abbastanza reddito. Avete bisogno di più soldi. C’è disoccupazione e tutti sono praticamente a terra, perché il deficit è troppo basso. Purtroppo, per l’Italia – come parte del sistema euro – non si riesce a incrementare il deficit, perché i mercati vi taglierebbero fuori, e quindi è necessaria una garanzia dalla Banca Centrale Europea. Ne ho parlato fin dal ’95 e alla fine è successo: a maggio, quando Trichet ha proposto che la soluzione di tutti i problemi fosse la banca centrale.
Trichet è stato seguito poi da Draghi, che ha detto che avrebbero fatto tutto il possibile per fare in modo che l’Italia potesse auto-finanziarsi. Effettivamente questo è successo: i finanziamenti non sono più un ostacolo. Però, ancora, continuano a cercare di ridurre il deficit. E tutte le cose continueranno ad andare di male in peggio, fino a quando non capiranno che il deficit dev’essere maggiore. Le piccole e medie imprese di cosa hanno bisogno? Ovviamente, di persone che abbiano soldi da spendere. E come si trovano, queste persone? E’ necessario abbassare le tasse e aumentare la spesa pubblica: dobbiamo aumentare il deficit. Il governo impone una tassa; a quel punto, deve spendere abbastanza per permettere alla gente di pagarla, questa tassa, e anche di accumulare dei risparmi. Perché, se non si spende abbastanza per pagare le tasse e riuscire a risparmiare, non c’è più economia: ed è quello che sta succedendo.
Le aziende si basano sulle vendite – è così che vivono – e continuano a competere per aggiudicarsi le spese dei consumatori. Quindi sta al governo, allo Stato, far sì che la tassazione non privi di troppi fondi la gente, non la privi del denaro necessario alle spese per vivere. Una volta stabilito un governo equo, quindi con tutti i servizi pubblici necessari, c’è un livello sufficiente di tassazione, in cui le persone hanno abbastanza soldi da spendere per comprare tutti i beni e servizi che si possono produrre, e contribuire così a una piena occupazione. Non è difficile ottenere tutto questo, ma i leader devono capire che questo può implicare un deficit: e a questo non sono pronti. Un’economia “domestica” Mmt, fondata sulla Teoria della Moneta Moderna, è in grado di garantire la prosperità? A tutt’oggi: sì. Noi possiamo garantire la piena occupazione, buoni posti di lavoro per tutti. E questo significa che tutti riescono a produrre ricchezza, beni e servizi che costituiscono la nostra prosperità.
Abbiamo bisogno delle esportazioni? Sono necessarie solo per pagare le importazioni. Il commercio ci rende tutti ricchi e prosperi: compriamo delle cose gli uni dagli altri, abbiamo degli scambi; se non ci fossero commercio e scambio, sarebbe necessario coltivarsi i propri prodotti nei campi, fabbricarsi le scarpe da soli, insegnare da soli ai figli. Noi ci specializziamo: alcune persone coltivano i campi, altri insegnano ai ragazzi, altri si occupano dei malati. Le persone che lavorano in agricoltura producono per tutti; quelli che curano i malati si occupano di tutti i malati; chi insegna ai ragazzi insegna a tutti i ragazzi. Quindi noi suddividiamo il lavoro, e questo si chiama commercio, scambio, ed è una buona cosa. Quando ci si specializza, si riesce a far meglio tutto.
Noi non vogliamo delle restrizioni in questo meccanismo di scambio, eppure abbiamo un enorme restrizione, a questo riguardo – nello scambiare servizi, fare le cose gli uni con gli altri – e questa restrizione si chiama Iva, imposta sul valore aggiunto. E’ una tassa imposta sullo scambio di servizi. Cioè: se mi voglio far tagliare i capelli da qualcuno, devo pagare l’Iva. Se voglio comprare un paio di scarpe, devo pagare un’imposta sul valore aggiunto. C’è un’Iva su tutte le transazioni: e questa è una tariffa – una restrizione – sul commercio. Ci rende tutti più poveri. E quindi è il tipo più sbagliato di tassa, da introdurre. Noi invece vogliamo incoraggiare questi scambi. E questo deve estendersi anche al resto del mondo: dobbiamo essere in grado di avere accesso a tutti i prodotti del resto del pianeta. Pagandoli come? Con nostri prodotti. Noi non vogliamo limitare questo meccanismo di scambio. E perché allora vengono applicate restrizioni? Perché pensiamo chel’importazione causi disoccupazione: pensiamo che, se importiamo prodotti, perdiamo posti di lavoro, qui.
Quando le persone contraggono prestiti, spendono e l’economia si surriscalda, letasse automaticamente aumentano. Quando si guadagna di più, si paga di più: quando ci sono degli utili, si pagano automaticamente più tasse. E questo si chiama: stabilizzazione fiscale automatica. Per cui, gli adeguamenti necessari che deve attuare il governo possono essere molto limitati, o addirittura superflui. Purtroppo, però, a causa del fatto che lo Stato si occupa sempre di deficit e vuole arrivare a un “deficit zero” o al 3%, quindi ridotto al massimo, invece di pensare alla prosperità e fare in modo che ci sia la piena occupazione per tutti, quindi senza stare a pensare all’entità del deficit perché in fondo non importa – purché tutti abbiano un lavoro e non ci siano troppi problemi – lo Stato adotta misure che non hanno alcun senso. Come quelle di adesso: in cui si decide che, anche con un’elevata disoccupazione, il deficit è accessivo, e quindi si cerca di ridurlo. Persino se lo lasciassero così com’è, probabilmente, l’economia si riprenderebbe: certo non sarebbe una ripresa veloce, ma graduale nel corso degli anni. Ma non lo stanno facendo: cercano anzi di ridurlo, il deficit. E peggiorano le cose. E sono assolutamente responsabili delle condizioni attuali del paese.
(Warren Mosler, estratti dell’intervento “Il deficit è troppo basso”, condotto al meeting sulla Modern Money Theory promosso da Paolo Barnard a Rimini il 20-21 ottobre 2012 e riportato sul sito MeMmt).
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