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venerdì 14 giugno 2013

Ci risiamo con le leggi " ad Personam "

CARCERI: ARRIVA L'EMENDAMENTO SALVA BERLUSCONI?

Domiciliari per condanne inferiori a 6 anni. "Resteranno in cella solo gli extracomunitari che non hanno un domicilio", il commento di un magistrato


Domiciliari per condanne inferiori a 6 anni. "Resteranno in cella solo gli extracomunitari che non hanno un domicilio", il commento di un magistrato
Ce ne parla Gianni Barbacetto sul Fatto Quotidiano: 

L'emendamento-Arcore è stato depositato ieri in Parlamento dal sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri. Si potranno scontare a casa, e non in cella, pene per delitti puniti con pena massima fino a 6 anni. È una delle proposte del governo Letta per alleggerire il sovraffollamento delle carceri italiane.

"Ma così finirà che in cella resteranno solo gli extracomunitari, perché non hanno un domicilio o un'abitazione adeguata", commenta a caldo un magistrato milanese. Niente più carcere per le truffe, l'appropriazione indebita, l'abuso d'ufficio, il furto in abitazione, la ricettazione, i maltrattamenti sui bambini e perfino la detenzione di armi.

Di certo non finirà in carcere Silvio Berlusconi, visto che il reato per cui è stato già condannato in appello (frode fiscale) ha come pena massima proprio 6 anni, come anche quello per cui potrebbe essere condannato in primo grado nelle prossime settimane (prostituzione minorile).Resta fuori dalla soglia soltanto l'altro reato contestato all'ex presidente del Consiglio nel processo Ruby: la concussione per induzione, pena massima 8 anni.

È chiaro che, comunque vada, Berlusconi in cella non entrerà mai, perché ha 76 anni e il codice dispone che sopra i 70 anni si scontino le pene ai domiciliari. Ma certamente la soglia dei 6 anni è molto alta e salverà dal carcere i condannati per un gran numero di reati anche gravi. L'emendamento del governo prevede che "la reclusione presso il domicilio del condannato (o altro luogo di pubblico o privato di cura, assistenza e accoglienza) sia una vera e propria pena principale, stabilita dal giudice al momento della sentenza, e non più una misura alternativa qual è oggi considerata". 

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