Pubblicato da Francesco Ferrara in Varie & Avariate on 11 giugno 2013
Continuano i violentissimi scontri in Turchia iniziati ormai due settimane fa. A far esplodere la rabbia dei manifestanti è stata la scelta del premier turco Erdogan di distruggere il Gezi Park di Istanbul, luogo simbolo della città, per costruire un centro commerciale. Una guerriglia si è scatenata questa mattina a Piazza Taskin, occupata da circa dieci giorni dagli indignatos turchi e riconquistata dalla polizia. Negli scontri sarebbero rimasti feriti cento manifestanti secondo l’Associazione medici turchi, di cui cinque in maniera grave. Ancora una volta la polizia ha fatto sfoggio di brutalità e crudeltà inaudita, sparando lacrimogeni ad altezza d’uomo, senza badare assolutamente all’incolumità di quei cittadini che invece dovrebbe difendere.
Le barricate sono così state rimosse e diverse unità di poliziotti sono entrati al Gezi Park, diventato il cuore della protesta dei manifestanti turchi. “Questa questione è finita- ha tuonato Erdogan- non avremo più tolleranza”. Si fa fatica a capire la tolleranza dove è stata finora, con diversi feriti e purtroppo anche dei morti tra i manifestanti. Molte donne inoltre hanno segnalato che alcuni poliziotti le hanno toccate e minacciato di stuprarle. Inoltre il premier ha affermato che presto gli alberi saranno abbattuti, e che saranno ripiantati altrove. Erdogan è convinto che la protesta sia organizzata da poche centinaia di ambientalisti, non capendo che è una città o anzi un paese intero che non approva il suo operato, visto e considerato che vuole distruggere un’area verde nel cuore di Istanbul, simbolo della capitale turca. Il paese ha fame di democrazia, e quello di Erdogan ha tutti i crismi di un governo dittatoriale e improntato alla violenza e alla cieca obbedienza.
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