εὕρηκα

εὕρηκα
HOME PAGE

giovedì 27 giugno 2013

Vacca (M5S): “Nessun dialogo col Pd, siamo forza rivoluzionaria”

Gianluca Vacca, deputato M5S, chiude a qualsiasi ipotesi di futuro governo del cambiamento: "Pd e Pdl ormai sono un partito unico". E su espulsioni e mancanza di democrazia interna al Movimento: "Siamo sotto attacco mediatico, Gambaro andava cacciata. E chi se ne va, dovrebbe dimettersi dal Parlamento"

colloquio con Gianluca Vacca di Giacomo Russo Spena

“Siamo una forza rivoluzionaria, non scendiamo a patti con questa classe politica: i riformisti hanno fallito e sono stati fagocitati dal sistema. Quindi non potremmo mai sostenere un cosiddetto governo del cambiamento, Pd e Pdl ormai sono un partito unico”. Gianluca Vacca, deputato del M5S, abruzzese e con un recente passato nei movimenti per l’acqua pubblica, è membro della Commissione Cultura. E, soprattutto, un “talebano” in base allo schema della collega grillina Paola Pinna: “Non c’è alcun problema di democrazia, anzi mi indigna chi se ne va dagli scranni del Movimento per emigrare al Gruppo Misto, invece di dimettersi da parlamentare”.

Berlusconi è stato condannato. Malgrado l’invito di Napolitano a proseguire con le larghe intese, la sentenza sul caso Ruby potrebbe aprire nuovi scenari? Non era necessaria la condanna di Berlusconi per capire cosa ha rappresentato per l’Italia: a livello etico e morale negli ultimi anni ha devastato il Paese, eppure il Pd ha deciso di governarci insieme. Siamo arrivati di fatto ad un partito unico tra Pd e Pdl, a volte si palesano le ideologie diverse ma in sostanza appoggiano gli stessi provvedimenti lacrime e sangue. Il Pd, col governo Letta, ha chiuso un processo iniziato in realtà anni fa.

Bé nel Pd esistono le voci dissonanti. Di coloro che hanno accettato questo governo obtorto collo e comunque solo come fase di passaggio. Non trova?Le voci dissonanti esistono da vent’anni, poi puntualmente il partito prende le decisioni sbagliate e sterza tra le braccia di Berlusconi. L’abbiamo visto in queste ore con gli F35: alla fine fanno i “pigiabottoni” e si uniformano alla decisione della direzione nazionale. E l’esecutivo, così, va avanti senza intoppi. Al Senato si voterà l’ineleggibilità di Berlusconi, ancora una volta vedremo il Pd da che parte si schiera.

E’ la settimana del Restitution Day del M5S. Non crede si stia dando troppa importanza mentre sono ben altri i provvedimenti per contrastare la crisi economica? E’ solo un provvedimento simbolico. Ma importantissimo. Facciamo capire ai cittadini che siamo gli unici coerenti: a differenza degli altri, manteniamo le promesse fatte in campagna elettorale. Come anche sui rimborsi elettorali.

Come giudica questi primi 100 giorni in Parlamento del M5S? Ripensamenti? Errori? E’ stato un periodo di rodaggio. Miglioriamo di giorno in giorno e stiamo diventando una macchina da guerra parlamentare. Il Parlamento è stato svuotato di tutte le sue prerogative, senza funzione legislativa né di controllo, come dimostra l’ultimo caso del decreto sull’Emergenze Ambientali: l’esecutivo l’aveva presentato alla Camera in ritardo rispetto al limite dei 60 giorni, eppure si sono volute mantenere le modifiche approvate al Senato. Il nostro ostruzionismo ha costretto il governo a richiedere il voto di fiducia. Facciamo più opposizione noi adesso che il centrosinistra in questi ultimi anni.

Eppure il gruppo del M5S appare in profonda difficoltà. L’ultima defezione è quella del deputato Adriano Zaccagnini che se n’è andato lamentando la poca democrazia interna. Lei a proposito come si è schierato sul caso della senatrice Adele Gambaro?
Ho votato per la sua espulsione.

Solo perché aveva osato criticare Grillo. Non le pare esagerato?Non è stata cacciata per questo. Noi siamo sotto attacco mediatico: tutto il fronte è compatto contro il M5S. A tal proposito abbiamo stabilito che le critiche, che anch’io muovo figuriamoci, devono rimanere nelle nostre assemblee interne. La Gambaro non ha rispettato i patti e sputato fango sul movimento.

Perderete altri pezzi o ci saranno altre espulsioni a breve?Potremmo, non lo so. Ma il gruppo prosegue compatto verso la rivoluzione culturale. Però chi se ne va deve essere consequenziale e dimettersi: è aberrante che si sposti al Gruppo Misto una persona eletta col M5S che per statuto ha sempre combattuto queste inaccettabili pratiche.

Quindi per lei non c’è un problema di democrazia all’interno del M5S?Le nostre decisioni vengono prese a maggioranza e Grillo non ha mai influito su nessuna di esse. Il suo blog è più letto e seguito da voi giornalisti che vi concentrate sulla piccola notizia da gossip e non sulla grande mole di attività che svolgiamo in Parlamento. Ora cercheremo attraverso un nuovo portale di migliorare il rapporto tra eletti e la base. A giorni sarà on-line.

Le ultime elezioni amministrative, a parte Ragusa e altri piccoli centri, parlano di un vistoso calo del M5S. Forse qualcosa lo state sbagliando, no?Figuriamoci se i giacobini avessero ragionare in questo modo! La nostra è una rivoluzione a lungo termine, dobbiamo rovesciare un intero sistema marcio nelle fondamenta. Non guardo quindi i sondaggi né mi intimoriscono i cali elettorali: il progetto del M5S è sui 5-10 anni. A quel punto bisogna tracciare un reale bilancio. Ad oggi andiamo diritti per la nostra strada evitando qualsiasi compresso con le attuali forze politiche. Solo così si può cambiare l’Italia.

Quindi nessuna apertura, neanche minima, ad un eventuale “governo del cambiamento”?Rabbrividisco alla sola idea: impossibile con gli attuali partiti. Il Pd è quello che governa con Berlusconi e Alfano. Non c’è alcuna possibilità di dialogo, non siamo una forza riformatrice.

E siete disposti invece a collaborare con altri soggetti attivi nella costruzione di “Altrapolitica” come i movimenti per i beni comuni o la Fiom?Già lo facciamo. Come membro della commissione Cultura alla Camera, ho un rapporto costante con le reti studentesche e le associazioni di docenti. Il M5S dialoga con tutti i soggetti della società civile, basta siano apartitici. Spesso, come la Cgil, delle organizzazioni si palesano come “neutre” ma di fatto sono legate a filo doppio coi partiti. Epifani è l’emblema del rapporto tra alcuni sindacati e il Pd. 

(26 giugno 2013)

Nessun commento:

Posta un commento