Finanziamento partiti: il sistema dell'otto per mille per la politica. Ma i soldi potrebbero aumentare
Per il meccanismo di finanziamento ai partiti si profila un sistema tale e quale a quello per la destinazione dell'otto per mille alla Chiesa Cattolica. Con un risultato importante, non indifferente, che il monte risorse destinate ai movimenti potrebbe non soltanto non ridursi affatto, ma persino raddoppiare. Dai 160 milioni di euro attuali (in 5 anni), fino a - teoricamente - circa 330 milioni l'anno.
Com'è possibile? Sta tutto scritto nel testo entrato oggi nel consiglio dei ministri. A poche righe dal roboante articolo 1, "È abolito il finanziamento pubblico dei partiti", si arriva in fretta all'articolo 4.
"A decorrere dall'anno finanziario 2014 - si legge nel testo - ciascun contribuente può destinare il due per mille della propria imposta sul reddito (IRE) a favore di un partito o movimento politico iscritto nella seconda sezione dell’elenco di cui all’articolo 9". Il sistema è tale e quale a quello che prevede la destinazione di una parte delle proprie imposte alla Chiesa Cattolica, a cui può essere devoluto l'otto per mille. E come nel caso della Chiesa Cattolica, a meno di diversa indicazione del contribuente (che può decidere di destinare i soldi allo Stato), i soldi finiranno automaticamente ai partiti. Di nuovo.
"In caso di scelte non espresse, la quota di risorse disponibili, nei limiti di cui al comma 4, è destinata ai partiti ovvero all’erario in proporzione alle scelte espresse". Calcoli alla mano, considerando il gettito Ire totale del 2012 (vedi sotto) - 165 miliardi euro - il conto è presto fatto: circa 330 milioni di euro. In teoria, per fortuna. Perché, come spiega il testo, la quota di risorse verrà individuata "nei limiti di cui al comma 4". Quanto vale questo limite? "Per le finalità di cui al presente articolo è autorizzata la spesa nel limite massimo di 61 milioni di euro a decorrere dal 2014", si legge nel comma 4. E così saranno ancora i partiti, una volta che il testo arriverà in Parlamento, a decidere di quanti soldi avranno bisogno.
AGGIORNAMENTO Il tetto fissato dal governo, rimasto incerto nella bozza di ddl , sarebbe di 61 milioni di euro. "Si tratta di un terzo in meno del finanziamento attuale", ha spiegato il ministro per le Riforme Gaetano Quagliariello. E comunque, ha specificato ancora Quagliariello, si tratta di un tetto massimo e solo nel caso "tutti decidessero di dare soldi ai partiti".
N.d.r. Stando alla bozza di disegno di legge, il tetto fissato al comma 4 si riferisce a una quota da destinare ogni anno. Nell'ipotesi di legislatura completa, 5 anni, si potrebbe quindi arrivare a poco più di 300 milioni di euro, contro i 160 che spetteranno ai partiti come rimborso elettorale per la consultazione di febbraio. Il ministro Quagliariello sottolinea poi come non sia da considerare automatico che tutti decidano di devolvere i soldi ai partiti, e tale soglia possa persino non essere raggiunta. Ipotizzando un gettito Irpef invariato per il prossimo anno, tenendo conto che se il 100% dei contribuenti destinasse il proprio 2 per mille ai partiti alla politica andrebbero circa 330 milioni di euro, basterebbe un numero enormemente inferiore per raggiungere quota 61.
Nessun commento:
Posta un commento