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giovedì 6 giugno 2013

La Politica del Prendere Tempo

Quando il Parlamento è totalmente incapace di decidere. E Letta si affida a 35 saggi!

Pubblicato da  in CopertinaPolitica & Feudalesimo on 5 giugno 2013 10:05

ITALY-POLITICS

Un progetto di riforme costituzionali che potrebbe finire nel nulla. D’altronde, se si guarda agli esperimenti del passato è lecito addentrarsi in tali affermazioni. Il governo Letta prova a dare una svolta nel suo scialbo percorso governativo. Il presidente del Consiglio ha nominato i 35 saggi che costituiranno la commissione per le riforme costituzionali. Ma sarà un nuovo salto nel buio?  18 mesi per redigere proposte, alchimie istituzionali e altro ancora? Probabilmente sì. Come in passato, il Parlamento si dimostra ancora una volta un’istituzione inadeguata quando si tratta di mettere alle riforme istituzionali e costituzionali. E allora ci si inventano le commissioni di esperti. Un modo, sostanzialmente, per prendere tempo, per far naufragare il tutto ancora una volta. Non vogliamo buttare la croce su nessuno, ma gli esperimenti del passato ci lasciano molto perplessi. Si iniziò negli anni 80′ con la celeberrima Commissione Bozzi (finita nel dimenticatoio). Ad inizi anni 90′ toccò al duo De Mita-Iotti, ma i risultati furono scadenti. Nel 1997 la Bicamerale D’Alema fatta naufragare in quella famosa serata che fu definita come il “Patto della Crostata” (Berlusconi stoppò le riforme costituzionali mangiando una buonissima fetta di crostata preparata dalla moglie di Gianni Letta nell’abitazione di quest’ultimo). E poi ancora: i saggi di Lorenzago che predisposero il pacchetto di riforme portato avanti dal centrodestra nel 2005 e bocciato dai cittadini nel 2006 con il referendum. L’impressione è anche stavolta questo lodevole tentativo di mettere nelle mani dei saggi costituzionalisti italiani vada a farsi benedire. In primo luogo perchè ancora una volta sono presenti personalità che già in passato si sono occupati della materia senza però produrre alcun minimo risultato. Ma poi…verrebbe da chiedersi. Ma servono davvero 35 costituzionalisti per risolvere i problemi del sistema politico italiano? Ne sarebbero potuti bastare cinque, massimo 10. Un tavolo ristretto sarebbe stato certamente meglio. E invece siamo di fronte all’ennesima lista lunga e variegata che, presumibilmente, ci farà perdere del tempo. Tutto ciò perchè ormai è palese la debolezza del tessuto interno al sistema dei partiti incapace di mettere in campo proposte credibili ed omogenee. 

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