Dalla Grecia la lettera della Direttrice della scuola elementare "Gomfon" di Trikala


Colleghi e Colleghe,

la crisi economica e il fallimento del nostro paese, ha bussato a lungo alle porte di tutti noi ed è entrata nella nostra vita in maniera selvaggia, implacabile, rigida, disumana.

I governanti ci vedono come numeri. Come l'unica fonte di reddito. La dignità, la giustizia, l'uguaglianza sono inesistenti nella loro mente e nelle loro azioni.

Sanno investire solo là da dove sono in grado di asicurarsi le entrate e i profitti. Se i risultati sono tangibili.

Per loro, quindi, la formazione non conta. I risultati sono qualitativi e non quantificati. L'istruzione non è nei loro obiettivi.

Da anni i nostri stipendi sono stati ridotti continuamente. Noi siamo la 'preda facile' per la raccolta delle tasse. Inoltre c'e' una svalutazione sistematica del nostro lavoro. Chiedono le nostre valutazioni, ma sono indifferenti se nelle scuole c'e' freddo. I salari sono da fame. C'è mancanza di una sufficiente rete sociale che ci aiuti a lavorare bene (psicologi, assistenti sociali, logopedisti, ecc.)

So quanto sia difficile far fronte agli obblighi familiari con il pagamento delle imposte.

Un paio di giorni fa' sono stata informata da un amico di una scuola materna in cui il dramma familiare era presente in una classe, attraverso un bambino scheletrico di 6 anni, che dopo un'assenza di diversi giorni nella scuola materna è apparso in cattive condizioni, emaciato, sofferente, con tremore su tutto il corpo.

I genitori di questo bambino sono disoccupati. Vivono in una catapecchia. Manca anche il pane. Letteralmente stanno morendo di fame. Io stessa lo ho constatato in seguito a una visita a casa loro. Ma non è solo quel bambino che è denutrito. Molti altri bambini che frequentano le scuole e gli asili, in particolare al centro di Trikala, vivono anche loro in condizioni spaventose.

Cari amici, penso che sia il momento di mettere da parte per un attimo i nostri problemi e di 'esaminare' più attentamente questi casi.

Siamo dipendenti normali che fanno il lavoro di ufficio e si finisce ad un certo orario.

Ma non possiamo rimanare ancora indifferenti.
Non possiamo più aspettare.

Noi insegnanti, noi gente permetteremo che questi ragazzi siano rovinati? Permetteremo che il nostro paese non abbia più un futuro? Rimarremo indifferenti?

Cerchiamo di trovare delle soluzioni a questi problemi. Ma penso che il ruolo-chiave e di coordinamento può essere svolto dalla Associazione di insegnanti della prima infanzia.

Quindi:

1) Deve esser fatto con assoluta discrezione e precisione un primo censimento informativo e integrato di tutti i bambini che muoiono di fame, letteralmente, da parte dei direttori delle scuole e dall'Associazione Insegnanti.

2) Le Associazioni di Insegnanti - Asilo devono raccogliere questi elementi e quindi creare un gruppo di insegnanti, che possono entrare in contatto con diverse agenzie e organizzazioni per aiutare questi bambini in modo continuativo. Ad esempio, possono entrare in contatto con i grandi supermercati, associazioni di categoria, l'Associazione farmaceutica, l'Associazione medica, la Chiesa, la direzione delle scuole elementari, il Distretto, Comuni, il Centro per l'intervento sociale, l'Unità mobile e di salute fisica e mentale.

Ognuno di noi da solo non può sostenere il peso di questa situazione, ma un contributo deve essere dato anche dalle persone che ci circondano.

TUTTI INSIEME tuttavia, ci si puo' organizzare, è possibile creare un provider di rete efficiente, che si occupa del sostegno psicologico di questi bambini.

Questi sono i miei suggerimenti e i miei pensieri.

Tante menti aiutano con TANTE IDEE.

Sinceramente
Catherine Nicolaidou
Direttrice della scuola elementare "Gomfon" di Trikala