Meglio l’Europa o l’Euro ?
La moneta unica è stata la causa ormai evidente della crisi di una grande parte dell’eurozona, a favore dei player più forti. In questo blog avete sicuramente lette numerosi articoli che, dati alla mano, dimostrano come i paesi del sud Europa abbiano pagato il prezzo dell’unificazione monetaria, mentre un nucleo forte, la Germania in primis, ne ha colto i succosi frutti. Purtroppo la moneta unica procede come un treno a tutta velocità e pochi politici hanno il coraggio di metterne in luce l’effetto devastante, e come tutti i treni che corrono troppo veloci ha la brutta tendenza a perdere , man mano, gli ultimi vagoni: prima la Grecia, poi il Portogallo e la Spagna, poi l’Italia, ed ora, ad andare in crisi , è la Francia.
I problemi economici naturalmente non possono non avere risvolti negativi sulle opzioni pubbliche.
Una ricerca indipendente del Pew research center indica come il numero dei cittadini europei che considerano favorevolmente l’unione sia decresciuto vertiginosamente, tanto che per la prima volta da quando vengono fatte queste rilevazioni è inferiore al 50%, fermandosi al 46%. Peggiori sono i dati di coloro che pensano che l’integrazione economica possa prevenire le crisi, con un dato favorevole ormai solo del 37%.
Analizzando paese per paese i dati vedono un peggioramento in tutte le nazioni, ad esclusione della repubblica Ceca
Passiamo a vedere la Francia, paese chiave negli equilibri europei sia per dimensioni sia per il suo stretto rapporto con la locomotiva Germania. In questo caso vediamo che, confrontando i dati 2007 con i dati 2013, gli sfavorevoli alla UE sono passati dal 38 al 58%, mentre colo che considerano l’integrazione come causa di un indebolimento dell’economia sono passati dal 55 al 77%. mica male vero ?
L’evoluzione dell’opinione pubblica in Francia rende il paese d’oltralpe simile agli altri del Sud Europa, con uno sviluppo marcato del pessimismo circa l’andamento economico nazionale. L’unico paese che si distacca da questa visione pessimistica è la Germania, che, non casualmente, ha tratto un grosso utile dall’unificazione economica e dall’introduzione della moneta unica.
L’unico paese pesante Eurozona con una visione positiva della situazione economica è, come dicevamo, la Germania, che anzi aumenta progressivamente la consapevolezza del proprio buon andamento, in fondo con poco riguardo di ciò che accade ai suoi vicini.
Il tutto in uno scoramento sulla capacità delle classi politiche di far fronte ai problemi economici delle nazioni
Possiamo trarre una amara conclusione : il processo di unificazione europea, nato negli anni ’50, ha condotto ad un effettivo aumento, percepito, della ricchezza, ed ha assopito i contrasti nazionali che per secoli hanno insanguinato il nostro continente, creando un ambiente pacifico e di libera circolazione delle persone e delle idee. L’introduzione della moneta unica ha inveceincrementato le differenze economiche fra gli stati, e questo sta avendo effetti negativi su tutto il processo di unificazione. possiamo dire che il processo di integrazione , in senso generale, è positivo, ma che la moneta unica europea sta smantellando il consenso a tale processo, attraverso l’impoverimento di alcuni Stati a favore di altri. Prima o poi i governi europei si troveranno nella necessità di dover scegliere fra l’Euro e l’Europa. La cura attualmente invocata , anche dall’Italia, di una maggiore integrazione economica si rileverà inefficace, perché l’imposizione di politiche fiscali comuni non potrà che scontentare anche quei paesi che attualmente acquisiscono dei vantaggi dall’Unione Monetaria. L’Europa prima o poi dovrà scegliere fra una europa “Dei Banchieri” , con l’euro che ne affama i due terzi, o un’Europa “Dei Popoli” basata su un processo, più lento, di integrazione culturale e politica.
Nessun commento:
Posta un commento