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martedì 28 maggio 2013

No Austerity

Disastro Monti: Corte dei Conti boccia l’austerity, crisi e’ costata 230 miliardi


monti
28 mag. – L’austerita’ ha contribuito ad aggravere la crisi che, nel caso dell’Italia, e’ ‘costata’ 230 miliardi di euro. Il presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino, non usa giri di parole per bocciare le politiche adottate negli ultimi anni dai paesi europei. Nel corso della presentazione del Rapporto 2013 sul coordinamento della finanza pubblica, Giampaolino ha sottolineato che “l’intensita’ delle politiche di rigore adottate dalla generalita’ dei Paesi europei e’ stata, essa stessa, una rilevante concausa dell’avvitamento verso la recessione”.
E la UE continua a chiedere RIGORE 
E l’austerita’ non ha permesso di raggiungere gli obiettivi prefissati:“L’adozione di una linea severa di austerita’ – oggi oggetto di critiche e ripensamenti – non ha, per altro, impedito che gli obiettivi programmatici assunti all’inizio della legislatura fossero mancati”. Secondo il presidente della Corte dei Conti, inoltre, “in Italia, nel periodo 2009-2013, la mancata crescita nominale del Pil ha superato i 230 miliardi”. Per la Corte dei Conti si tratta di “un dato sintetico che fornisce un’immediata percezione delle difficolta’ di gestione del bilancio pubblico mentre l’economia non cresce piu’”.
La ricetta della magistratura contabile e’ semplice. “Cio’ che serve all’Italia e all’Europa sono stimoli per crescere di piu’, non deroghe per spendere di piu’”. Giampaolino ha poi rilevato come il nuovo governo abbia intraperso una strada nuova rispetto ai “consistenti aumenti di imposte” che ci sono stati “a partire dall’estate 2011″. E proprio sul fronte delle imposte il vice ministro dell’Economia Luigi Casero ha annunciato oggi che inizieranno a breve i lavori per la riforma dell’Imu con i risultati attesi per il 31 agosto.
Ottimo successo infine per l’asta dei Ctz a 24 mesi (scadenza 31 dicembre 2014): il Tesoro ha venduto tutti i 2,5 mld a fronte di un imoprto richiesto pari a 3,9 mld. La domanda cioe’ e’ stata 1,57 volte l’offerta. Il tasso e’ sceso al minimo storico dell’1,113% dall’1,167% dell’asta precedente. Il Tesoro ha collocato anche 987 mln di Btp a 5 anni indicizzati all’inflazione (scadenza 15 settembre 2018) ad un tasso dell’1,83%. Anche in questo caso l’offerta e’ stata sostenuta e pari a 1,82 mld. Positivi gli effetti sullo spread in calo a 255 punti base in una giornata molto positiva per le borse europee con Milano che registra i guadagni maggiori

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