INQUINAMENTO
Acque contaminate a Montemurro, dati choc
Presenza di idrocarburi e metalli pesanti vicino al pozzo di reiniezione
di Redazione Basilicata24
I campionamenti sono stati effettuati tra maggio e luglio scorsi in contrada La Rossa a Montemurro, vicino al pozzo di reiniezione Costa Molina2. Albina Colella, professore ordinario di geologia e sedimentologia all'Università della Basilicata e Giuseppe Di Bello, tenente della Polizia provinciale di Potenza, da sempre in prima linea nella denuncia dell'inquinamento da idrocarburi in Val d'Agri hanno presentato i dati alla stampa in mattinata. "Sono i risultati preliminari di nuove analisi sulle acque della Val d’Agri- spiega Colella- nell’ambito di una mia ricerca condotta in collaborazione con altre Università e con il Ten. Di Bello, che ha sempre collaborato alla campionatura".
I dati sono riferiti all’inquinamento di acque sotterranee che fuoriescono da una piccola falda poco a Est del pozzo petrolifero di reiniezione Costa Molina 2, in territorio di Montemurro. "Si tratta- spiega la prof. Colella- di acque contaminate, con composizione molto diversa da quella delle acque delle sorgenti della Val d’Agri monitorate nell’ambito del progetto europeo POP-FESR “Agrifluid” di cui sono stata responsabile scientifico. Tali acque, di colore grigio-scuro e con odore sgradevole, sono ricche di idrocarburi (540 microgrammi/litro), di metalli come il bario (usato anche nelle trivellazioni petrolifere), di boro, ferro, alluminio, ecc., e di sodio, magnesio, cloruri, solfati, ecc. Si tratta di acque molto saline, al punto che rendono sterile il terreno su cui scorrono in superficie, impedendo la crescita della vegetazione, come si vede nel video. Ad una valutazione preliminare- specifica Albina Colella- queste acque avrebbero le caratteristiche di acque di produzione petrolifera. Si tratta di acque contaminate che comprendono sia le “acque di formazione” (acque saline naturali associate all’olio greggio nel giacimento petrolifero ), sia le “acque di processo” che vengono generalmente iniettate durante la fase di produzione petrolifera, cui si associano idrocarburi e altri inquinanti, tra cui metalli, solidi sospesi e disciolti ed elementi radioattivi. L’acqua di produzione- aggiunge- rappresenta lo scarto petrolifero più abbondante e viene in genere reiniettata nel sottosuolo nei cosiddetti pozzi di reiniezione, come il pozzo Costa Molina 2, ubicato vicino alla piccola sorgente. Diversi sono gli incidenti citati in letteratura su episodi di inquinamento del suolo, sottosuolo e falde acquifere, ad opera di queste acque di produzione. Si noti che nel 1999, secondo notizie di stampa, si sarebbe verificato un incidente all’incamiciatura del pozzo Costa Molina 2. La ricerca è in itinere, con la realizzazione di altre analisi di acque, di suoli e di terreni, per addivenire ad una interpretazione certa e ben documentata".
Mar, 27/08/2013 - 13:31
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