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venerdì 16 agosto 2013

Pubblica Amministrazione: Tagli in vista

Pubblico impiego: “Piano per 200mila tagli per i dipendenti over 57″

A rivelarlo è Il Messaggero: il dossier starebbe per arrivare sul tavolo del premier Enrico Letta. Il ministro del Lavoro Enrico Giovannini ha avviato i primi sondaggi informali con le organizzazioni sindacali per evitare il muro contro muro

Enrico Giovannini
Duecentomila posti di lavoro in meno. E’ questo il piano dei tecnici del ministero del Lavoro e del Tesoro, secondo quanto riportato da Il Messaggero, che starebbero lavorando per sondare il terreno e cercare di capire dove e come effettuare i tagli su una platea di oltre tre milioni di quadri, operai e impiegati per una durata di almeno tre anni. I tecnici stanno valutando numerose ipotesi, ma tra le cose certe c’è il fatto che non sia previsto nessun licenziamento, ma esodi (non agevolati), come specificato da Il Messaggero, per i dipendenti over 57 attualmente costretti dalla riforma delle pensioni della Fornero a restare al lavoro.  
A inizio agosto il rapporto pubblicato da Aran aveva descritto un calo del personale della pubblica amministrazione del 3,5% dal 2012. Giù anche i salari dell’1,3%, con un risparmio per lo stato di 6,6 miliardi al lordo dei contributi. Pochi giorni fa invece c’è stato l’annuncio del blocco degli stipendi della pubblica amministrazione fino a dicembre 2014. Una scelta del consiglio dei ministri per far fronte alla particolare congiuntura economica. che ha scatenato una dura reazione dei sindacati a tal proposito: la Confederazione Usb ad esempio, ha proclamato uno sciopero generale per il prossimo 18 ottobre. 
Un muro contro muro che si vorrebbe invece evitare per quanto riguarda i tagli delle unità. Per sondare il terreno e valutare se vi sia lo spazio e le possibilità per proseguire su tale percorso, il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini ha iniziato i primi sondaggi informali con le organizzazioni sindacali. Il blocco dei contratti e la riduzione degli stipendi potrebbero essere i nodi cruciali capaci di ostacolare la trattativa. Secondo Il Messaggero, il piano starebbe per finire sul tavolo del primo ministro Enrico Letta e potrebbe essere discusso già a settembre. 
Il confronto con i sindacati si annuncia a tutto campo. Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, chiede infatti che siano incluse pensioni d’oro, consulenze, sprechi e anomalie. Per cercare di strappare inoltre nuove risorse per le retribuzioni congelate da ormai sette anni e integrare il sistema che dovrebbe, almeno sulla carta, premiare anche finanziariamente la competitività. Il timore è quello di avere un autunno caldo con lavoratori e sindacati in piazza a mettere in discussione le scelte del governo delle larghe intese. Uno scenario che il ministero vuole evitare a qualsiasi costo. 

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