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venerdì 16 agosto 2013

Napolitano ....si dimetta!

Napolitano, Grillo: “Si dimetta e andiamo a nuove elezioni: così finirà l’agonia”

Il leader dei Cinque Stelle :"Il garante dello status quo lasci e si elegga un nuovo presidente: rideremo come bambini quando ci sarà la nuova liberazione". Per il comico genovese "cambiare l'Italia si può". Il sindaco di Milano Pisapia sulla grazia: "Non ci sono i presupposti di legge"

Napolitano, Grillo: “Si dimetta e andiamo a nuove elezioni: così finirà l’agonia”
Beppe Grillo manda un nuovo messaggio a Giorgio Napolitano: lasci, si vada a nuove elezioni con un nuovo presidente della Repubblica e così finirà l’agonia. Sarà, aggiunge, una nuova liberazione. Il leader del Movimento Cinque Stelle torna a chiedere le dimissioni del capo dello Stato, attraverso il suo blog, perché “questa lunga agonia non è più tollerabile – spiega – Napolitano, il garante dello status quo, si dimetta, si elegga un nuovo presidente della Repubblica e si vada alle elezioni. Rideremo come bambini quando ci sarà la nuova liberazione, come i nostri nonni in un lontano 25 aprile”.
Grillo non fa riferimento in particolare, come aveva già fatto in precedenza, alla nota del Quirinale sulla sentenza nei confronti di Silvio Berlusconi. Ma in generale descrive la situazione degli italiani come quella del protagonista del film “Ricomincio da capo”, condannato a rivivere sempre la stessa giornata. “Sempre gli stessi nomi, le stesse ‘emergenze nazionali’, gli stessi problemi irrisolti da vent’anni. Ci hanno fatto credere che non esistono alternative., ma cambiare si può” si legge nel sito di Grillo. Per il comico genovese “il sole brilla, ma il cielo ci appare plumbeo, grigio, spento come nei pomeriggi di smog d’inverno in città. Cosa sono quelle facce? Quelle smorfie da depressi? Non fate così. Non buttatevi giù. Cambiare si può. Siamo dentro un incubo, ma dagli incubi ci si sveglia al mattino. Dopo la notte arriva sempre l’alba. Queste maschere di cartone che popolano la nostra vita sono destinate a sbiadirsi, a scomparire persino nel ricordo. ‘Berlusconi chi? Letta chi?Finocchiaro chi? Brunetta chi?’ ci chiederemo tra pochi anni”. Dunque secondo il leader dei Cinque Stelle comunque è possibile “costruire una nuova Italia solidale, una comunità di persone senza privilegi si può. Un luogo dove i diritti civili valgono per tutti, indistintamente. Nessuno rimarrà indietro. Un reddito di cittadinanza e il diritto a un tetto saranno garantiti per legge. Utopie? Cosa sarebbe la nostra vita senza utopie che possono realizzarsi? Un luogo miserabile dove passare la nostra esistenza. Il dopoguerra ci ha lasciato solo macerie e distruzione, ma ci siamo risollevati. E ora dovremmo temere per quattro cialtroni che hanno occupato lo Stato? Li cacceremo a calci nel culo. Ogni voto un calcio alle prossime elezioni. L’Italia ha bisogno di rinnovamento, di aria fresca, di nuove idee, di giovinezza. Cambiare si può. Partecipare si può. Siamo stati esclusi dalla gestione dello Stato, come ospiti mal sopportati a casa nostra, da un’oligarchia supponente e arrogante. E’ tempo di riprenderci le nostre vite, la nostra Patria, di cercare di essere felici. Strano sentire queste parole “Patria, Felicità”. Sono riusciti, questi osceni rappresentanti vestiti a festa, a farle diventare impronunciabili, come le parole ‘Popolo’, ‘Onestà’, ‘Dovere’, ‘Futuro’”.
Sull’eventualità di un provvedimento di grazia a favore del Cavaliere si pronuncia invece il sindaco di Milano Giuliano Pisapia: “Non ci sono i presupposti – dice – Basta leggere cosa dice il codice e cosa dicono le norme” per capire che “non ci sono i presupposti per la grazia”. Pisapia è stato anche l’avvocato di Arnaldo Forlani, condannato in via definitiva per la tangente Enimont, che scelse l’affidamento ai servizi sociali. “Sull’eventuale grazia a Berlusconi – ha spiegato Pisapia – è evidente che la decisione spetta al presidente Napolitano e per quanto mi riguarda rispetterò la sua decisione. Ritengo in ogni caso che sulla base della relazione al codice di procedura penale, quando parla di grazia e dei lavori preparatori della Costituente, allo stato non ci siano i presupposti”.


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