I valsusini sono abituati a rovinarsi pranzi e cene ascoltando i vari Tg, sicuramente un po’ masochisti; nel tempo hanno verificato una “professionalità” nel costruire servizi menzogneri, vere montature e tutta la gamma delle notizie farlocche. Il “caso pecorella” è davvero emblematico (febbraio 2012, occupazione dell’autostrada): Marco sfotte un poliziotto soprannominandolo “pecorella”. Per giorni e giorni quel video, postato sul sito del “Corriere della Sera” (debitamente tagliato nel punto in cui Marco conclude il suo ragionamento e si spinge a dire: «Comunque vi vogliamo bene lo stesso»), diventa un mantra, l’ossessione dei Tg. Non c’è guerra al mondo, emergenza umanitaria, crisi politica, disastro in grado di superare quella notizia che diventa: La notizia del giorno. E ancora nei giorni successivi. L’intento è chiaro: strappare di dosso al movimento NoTav quella simpatia istintiva che da qualche tempo l’avvolge e fa proseliti di ribellione in tutta Italia.
La7 con il Tg condotto da Mentana è un buon esempio: puntando dritto alla telecamera in modo da irrompere nelle case degli italiani, si appresta a dare una notizia sensazionale. «C’è sempre un momento nella storia dove succede un fatto che funziona da spartiacque». Poi parte il servizio. Il giornalista, con voce professionale e partecipe, scandisce queste parole accompagnate da immagini tragiche: «Nelle guerre c’è quasi sempre una chiave di volta, uno snodo su cui gira la storia, qualcosa che sposta l’opinione pubblica e spinge all’intervento risolutivo, quello di “adesso basta, arrivano i nostri e la facciamo finita”. In Somalia nel ‘92 sono stati bambini che morivano di fame. A Sarajevo la strage del mercato. In val di Susa non c’è guerra, ma guerriglia sì». Somalia e Jugoslavia, scenari di guerre, accostati alle vicende della valle.
Di esempi di manipolazione dell’informazione ce ne sono a iosa, questo è solo uno dei casi – anche piccolo se vogliamo, ma si presta bene per fare un ennesimo ragionamento sui media e sul loro asservimento (si dice così?). Per questo, grazie alla disponibilità di alcuni come i Wu Ming (che hanno raccolto la storia), e altri che hanno correlato questo libretto, è possibile non far cadere la cosa e tornarci sopra restituendo (se possibile) a Marco un po’ di giustizia, un po’ di verità, ricostruendo i fatti per come sono accaduti realmente. Un atto dovuto, un risarcimento al clamore, alla violenza, alle minacce che hanno travolto lui e la sua famiglia per settimane, mesi, grazie alla gogna mediatica, al tritacarne che aveva deciso di immolarlo (colpirne uno per educarne cento).
(Chiara Sasso, introduzione al volume “Nemico pubblico – pecorelle, lupi e sciacalli”. Il libro – sottotitolo “Oltre il tunnel dei media: una storia NoTav” -è stato scritto con Erri De Luca, Claudio Calia, Ascanio Celestini, Wu Ming 1 e Simone Tufano. Edito da “Spinta dal bass”, il volume – 96 pagine, 10 euro – è ordinabile via web sul sito “Spinta dal bass”.
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