Potrebbe avere conseguenze ancora peggiori delle “solite” l’attuale, ancora virulenta, campagna condotta da numerosi media mainstream (in testa, ovviamente, le “anime belle” della “sinistra”) sull’uso di gas nervini da parte del governo Assad. Le solite stantie “notizie” sulle “armi di distruzioni di massa” in mano al Saddam di turno per giustificare un ennesimo intervento dell’Occidente, una guerra? Forse, questa volta, non è così. Partiamo dalle considerazioni più ovvie. Intanto, cui prodest? Che interesse avrebbe oggi Assad, sotto gli occhi degli osservatori dell’Onu appena arrivati in Siria, a usare i gas alla periferia di Damasco? E poi per ottenere militarmente cosa? Dopo due anni di guerra l’esercito siriano sta riconquistando tutte le roccaforti prese dai “ribelli” (che, tra l’altro, si stanno letteralmente scannando tra di loro) e gli stessi media mainstream occidentali sono costretti a riprendere, sempre di più, il vero volto di questa guerra di invasione.
Per non parlare poi dei cattolici, che si stanno finalmente mobilitando contro questa guerra di invasione (si veda a tal riguardo, la presentazione del video dell’ottimo Micalessin al Meeting di Comunione e Liberazione). Tra l’altro, per Assad sferrare un attacco con i gas (incomprensibile dal punto di vista militare, considerata l’area che secondo i media sarebbe stata colpita) avrebbe significato superare quella “linea rossa” minacciata da Obama oltre la quale ci sono no-fly zone e bombardamenti: una conseguenza certamente fatale per lo Stato siriano, ma che lo stesso Occidente (si vedano a tal riguardo, dopo le prime dichiarazioni iperbelliciste, le machiavelliche reazioni di Hollande), dopo il sostanziale fallimento della sua guerra alla Siria e, sopratutto, la sua débacle in Egitto, sembrerebbe oggi disdegnare. Ma allora, perché questa nuova bufala dei gas nervini, così diversa da altre più articolate campagne finalizzate all’ottenimento di precisi obiettivi, e per la quale il solitamente bellicista Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha chiesto solo una generica “chiarezza” senza dare il via a nessuna farloccata commissione di inchiesta?
Una ipotesi. Perché questa volta la campagna sulle Armi di Distruzioni di Massa è stata gestita, non già dalla Hill & Knowlton o altre agenzie di pubbliche relazioni strapagate dal Pentagono, ma direttamente dai “ribelli” per spingere (o minacciare) l’Occidente ad agire più risolutamente. Non a caso, dopo un “boom” iniziale, la campagna sta già languendo sui mass media. E anche la “qualità” della bufala questa volta propinata sembrerebbe confermare questa ipotesi. Intanto, a suffragarne la “veridicità” testimonianze anonime. Fa eccezione “Repubblica” che, in mancanza di meglio, si affida a quella del presidente di una oscura associazione fondata nel marzo del 2013, la quale, riportando la testimonianza telefonica di alcunimedici della sua associazione (1300 morti!), ripete ciò che tutti sanno sugli effetti dei gas nervini sui sopravvissuti: incontenibile rilascio di urine e feci.
Peccato che nessuno degli innumerevoli video che affollano la Rete mostrino questo effetto sui vestiti (evidentemente non cambiati) delle presunte vittime; per non parlare poi delle altre sintomatologie ascrivibili ai gas nervini che si pretendono rappresentate qui o qui; per non parlare delle terapie che si pretenderebbe di dare ai colpiti, come l’iniezione ad un bambino “morto”, ripresa in questo altro video. Bufale. Bufale realizzate malissimo, in economia. Con sceneggiature, cast e scenografie davvero improvvisate. Che, tra l’altro, mostrano evidentissime incoerenze: perché non compaiono mai i genitori dei bambini? Perché non ci sono donne nel film? Perché sono spogliati tutti i ragazzi e le ragazze vestite? Perché, addirittura, molti di questi video risultano caricati su Internet il giorno prima della data del presunto attacco? … Ma su questo rimandiamo ad una già dettagliata analisi riportata su “Sibialiria”.
E ora una precisazione, che mi sento di fare, essendomi occupato per molto tempo di Difesa Civile Nbcr. Verosimilmente, in Siria, in questi due anni di guerra, sono stati usati gas tossici: probabilmente gas antisommossa (verosimilmente per stanare o uccidere qualche combattente asserragliato in edifici o in tunnel), che in alta concentrazione sono velenosi, o gas letali di produzione “artigianale”. Ma mai gas nervini, che hanno una letalità abominevole (basta una gocciolina sulla pelle e si muore), che permangono nell’ambiente per moltissimo tempo (sono quindi facilmente evidenziati da analisi sul campo), che sono impiegati lanciandoli dall’alto (nebulizzatori di quota, bombe d’aereo, missili) e che necessitano non già di una “maschera antigas”, ma di una vistosissima tuta – solitamente in Tyvek C-3 rinforzato per uso militare – mai vista nei pur innumerevoli video e foto provenienti dalla Siria.
Non credo, perciò, che l’esercito di Assad (che pure ha dichiarato di possedere un consistente stock di armi chimiche) abbia mai fatto uso di gas nervini. E non credo, nemmeno, che i “ribelli siriani” (con buona pace di quanto dichiarato dalle autorità russe o dalla Del Ponte) lo abbiano mai fatto. Perché questa precisazione? Perché ora, con l’allentamento con i loro vecchi sponsor, con gli arsenali di Stati – quali, poniamo, il Qatar o la Turchia – e con la pur modesta campagna di opinione che sono riusciti a creare, qualcuna delle tante formazioni dei “ribelli” – invece, o prima di tornarsene a casa – potrebbe veramente utilizzare gas nervini in Siria. La stessa logica che, su direttiva del Qatar, ha spinto i Fratelli Mussulmani in Egitto a prendere per primi le armi nella speranza (oltre che delle famose 72 vergini in Paradiso) di essere ricordati non già come inetti perdenti, ma come martiri.
(Francesco Santoianni, “Gas nervini, la sinistra efficacia di un evidente falso”, dal blog di Santoianni del 22 agosto 2013, ripreso da “Come Don Chisciotte“).
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