G. Grillo (M5S) : “Vi manderemo a casa tutti e questo non lo dice Beppe Grillo, lo dicono i cittadini”
Posted on by Felice Marra
Signor Presidente, ringrazio i colleghi e sempre i cittadini che continuano a seguirci da casa. A proposito di cittadini, Rossella Rufolo, Caterina e Giovanni mi scrivono: il continuo uso, anzi abuso del ricorso al voto di fiducia di questo Governo dimostra ancora una volta come questa classe politica si mostra con supponenza e arroganza verso i cittadini negando di fatti una discussione sui temi contenuti nel decreto tra i rappresentanti dei cittadini stessi.
A voi dell’opinione altrui non interessa nulla, di questo Parlamento non interessa nulla, di questo Paese e del suo popolo non interessa nulla. Per voi la politica è parassitare, fare carriera, vivere sulla pelle della gente, ma questa gente è stanca di portarvi sul groppo.
Vi manderemo a casa tutti e questo non lo dice Beppe Grillo, lo dicono Rossella, Caterina e Giovanni. Poi ho altri interventi dei cittadini. Io non sono stata brava come i colleghi che hanno preparato le dichiarazioni di voto perché sono persa nelle carte in questi giorni, carte che leggo di qualunque tipo, perché cerco veramente di mettere il massimo dell’impegno in questa attività, come credo anche molti di voi qui dentro.
Ma questo decreto e questa attività all’interno di questo Parlamento mi portano continuamente a pormi degli interrogativi, delle domande, perché credo che la conoscenza cui è arrivato oggi l’uomo dopo migliaia di anni di apprendimento deriva dal farsi delle domande e dal darsi delle risposte soddisfacenti. Perché se la risposta non è soddisfacente l’essere umano continua a chiedere e a domandarsi. Allora io veramente mi sono chiesta l’atteggiamento di questo Governo e di questa maggioranza, un atteggiamento che sembra un atteggiamento di opposizione All’opposizione, una cosa incredibile. Non capisco veramente da cosa derivi un atteggiamento di chiusura, opposizione, rigetto nei confronti di qualunque proposta del MoVimento 5 Stelle. L’apice di questa riflessione è proprio la richiesta del voto di fiducia posta praticamente subito, quindi prima che noi iniziassimo l’ostruzionismo solo dopo che quella che chiamiamo mediazione non era andata bene. Allora io non ho capito, perché non c’erano tempi stretti. Il decreto si poteva discutere tranquillamente in Aula ed avere il tempo ancora di andare al Senato.
Allora a me questo è sembrato veramente un atto di forza, a me è sembrato un atto di forza e un atto di prepotenza. Un atto anche di scherno nei confronti del MoVimento 5 Stelle, come per dire: voi tanto non contate niente, noi abbiamo i numeri, chiediamo il voto di fiducia, lo otteniamo, e qual è il problema ? Andiamo avanti.
Allora a me questo è sembrato veramente un atto di forza, a me è sembrato un atto di forza e un atto di prepotenza. Un atto anche di scherno nei confronti del MoVimento 5 Stelle, come per dire: voi tanto non contate niente, noi abbiamo i numeri, chiediamo il voto di fiducia, lo otteniamo, e qual è il problema ? Andiamo avanti.
Abbiamo veramente detto fiumi di parole su questo decreto e abbiamo detto fiumi di parole sull’uso della decretazione d’urgenza, ma sembrano parole vuote, veramente. I cittadini fuori da qui ci stanno alimentando, ci stanno facendo crescere; stanno veramente inducendo una maturazione, una consapevolezza politica.
Però, lo stesso non sta succedendo qui dentro. Allora mi sono chiesta, ancora una volta, perché. Forse, non lo so, ma forse una risposta me la sto riuscendo a dare. Voi, politici di lungo corso, che avete fatto tanti anni questa esperienza, usate la parola «mediazione», una parola che molti di voi, in confronti anche informali, qui, in queste Aule, ci portano sempre avanti, con quel venire da noi con la pacca sulla spalla e dire: «Se voi volete ottenere i vostri risultati, dovete mediare, dovete mediare. È importante la mediazione e dovete contrattare, perché è normale, perché nella politica, altrimenti, non si ottiene niente».
Io li ascolto i colleghi quando parlano, perché, anche se sembra che noi siamo supponenti, in realtà vogliamo imparare, vogliamo capire, vogliamo andare in fondo al problema. Fino all’altro ieri un collega mi diceva così e io ho pensato e ripensato. E poi ho pensato a quando una collega, Laura Castelli, che in questo momento non è in Aula, una persona molto grintosa, molto energica, che, a volte, può risultare anche antipatica ad alcuni per un atteggiamento estremamente determinato che ha, ha mediato. Lei ha mediato nel Comitato dei nove, lei ed altri miei colleghi.
Allora vi è un problema su cosa si intende per mediazione, su cosa intendiamo noi del MoVimento 5 Stelle e cosa intende il Governo, cosa intende la maggioranza, ma, soprattutto, cosa intende la vecchia politica per mediazione. Vi sono delle persone che io stimo di questo Parlamento, che non fanno parte del MoVimento 5 Stelle – non ci crederete, ma ci sono persone che noi stimiamo per il lavoro e l’impegno che loro mettono – che credono in quella parola, mediazione, ma ci credono in un modo diverso.
Allora vi è un inghippo, si blocca qualcosa, vi è un problema. L’inghippo deriva dal fatto che, per troppo tempo, nella nostra politica è andato instaurandosi un meccanismo di applicazione della politica in cui non si è mediato più tra i modi di raggiungere un obiettivo, tra diverse modalità, che erano la destra e la sinistra, faccio un esempio. Non sono un politologo, ma immagino che fosse questo.
Allora vi è un problema su cosa si intende per mediazione, su cosa intendiamo noi del MoVimento 5 Stelle e cosa intende il Governo, cosa intende la maggioranza, ma, soprattutto, cosa intende la vecchia politica per mediazione. Vi sono delle persone che io stimo di questo Parlamento, che non fanno parte del MoVimento 5 Stelle – non ci crederete, ma ci sono persone che noi stimiamo per il lavoro e l’impegno che loro mettono – che credono in quella parola, mediazione, ma ci credono in un modo diverso.
Allora vi è un inghippo, si blocca qualcosa, vi è un problema. L’inghippo deriva dal fatto che, per troppo tempo, nella nostra politica è andato instaurandosi un meccanismo di applicazione della politica in cui non si è mediato più tra i modi di raggiungere un obiettivo, tra diverse modalità, che erano la destra e la sinistra, faccio un esempio. Non sono un politologo, ma immagino che fosse questo.
Quindi, diversi ideali per raggiungere lo stesso obiettivo. Quale doveva essere l’obiettivo ? Qual è l’obiettivo di questo Parlamento ? L’obiettivo doveva essere l’interesse del cittadino, migliorare la vita del cittadino. Semplificando, ma puntualizzando, applicare la Costituzione, perché la Costituzione ci dice quali sono i diritti principali. La Costituzione ci dice: guarda, politico, tu tra vent’anni rispetto a quando mi hanno scritta, nel 1950, nel 1960, nel 1970, avrai sempre me. Leggimi, guardami e capirai dove devi andare.
Quelli dovevano essere gli obiettivi che la politica si doveva prefiggere e che non ha mai raggiunto, perché, quando il collega ha letto l’articolo della Costituzione citato da Calamandrei, noi possiamo dire con certezza che, dopo 70 anni, questo articolo non è stato mai applicato.
Allora non è mai troppo citare la Costituzione in una dichiarazione di voto su un decreto del fare che dovrebbe avere come obiettivo proprio il raggiungere quelli che sono i dettami della Costituzione, cioè rendere la vita del cittadino migliore. Infatti, se la politica non raggiunge questo obiettivo, non serve assolutamente a nulla.
Allora non è mai troppo citare la Costituzione in una dichiarazione di voto su un decreto del fare che dovrebbe avere come obiettivo proprio il raggiungere quelli che sono i dettami della Costituzione, cioè rendere la vita del cittadino migliore. Infatti, se la politica non raggiunge questo obiettivo, non serve assolutamente a nulla.
Io mi sono interrogata su questo: mediare, mediare per raggiungere l’obiettivo, mediare per raggiungere il miglioramento della vita del cittadino. Allora mediamo, allora il MoVimento 5 Stelle media: lo abbiamo fatto e non arriviamo al risultato.
Allora non è il problema della mediazione. Il problema è che non si può mediare il risultato, ma si può mediare il modo di arrivare al risultato. Allora, se io devo raggiungere un obiettivo e devo collegare due città, Catania e Ragusa, posso decidere se farlo con una strada, posso decidere se farlo con una ferrovia, posso decidere se farlo con i cavalli, posso decidere se farlo con delle piste ciclabili: è questo il modo di selezionare e di mediare. Però devo raggiungere il risultato. Il risultato non è fare contento l’amico fuori, oppure perché ho preso un impegno con Tizio, oppure perché siccome nella scorsa legislatura ho finanziato per Caio quel pezzo di opera, devo continuare a finanziargli quel pezzo di opera e i decreti diventano dei modi per aiutare, finanziarie, completare, opere che poi nella vita dei cittadini non hanno mai un risultato positivo, non ricadono positivamente nella vita del cittadino. Ed è questo il metro di giudizio. Come faccio a capire se una legge è positiva, è buona per la comunità ? Capendo che tipo di risultato ho per il cittadino. Allora io mi chiedo: ma per il cittadino, per la vita di ciascuno di noi – guardate, non si può mentire di fronte a queste cose; non è un problema di parte politica; è un problema di razionalità – a cosa serve ripristinare la possibilità di cumulare l’attività di sindaco con il mandato parlamentare e anche con gli incarichi governativi ? Qual è il giovamento per la vita di un cittadino di questo punto del decreto-legge ? Qualcuno me lo sa spiegare ? Qualcuno me lo sa spiegare con sincerità, con razionalità, con decenza, con attinenza alla Costituzione ? Scusate se mi accaloro, però… (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Sì, Presidente. Sono contenta che almeno qualcuno dei colleghi degli altri partiti qui presenti mi abbia ascoltato. Io rinnovo però in questo momento la stima e la fiducia che ho nell’essere umano, e anche in voi, colleghi. Spero davvero che almeno due delle parole che ciascuno di noi ha detto stasera, almeno due di queste, rimangano impresse eaiutino anche voi a capire il percorso che abbiamo davanti in questo Parlamento
Sì, Presidente. Sono contenta che almeno qualcuno dei colleghi degli altri partiti qui presenti mi abbia ascoltato. Io rinnovo però in questo momento la stima e la fiducia che ho nell’essere umano, e anche in voi, colleghi. Spero davvero che almeno due delle parole che ciascuno di noi ha detto stasera, almeno due di queste, rimangano impresse eaiutino anche voi a capire il percorso che abbiamo davanti in questo Parlamento
Nessun commento:
Posta un commento