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mercoledì 21 agosto 2013

La Val d’Agri non è il limone petrolifero d’Italia


Giuseppe Recchi

Col petrolio 2 miliardi di euro di entrate in più per lo Stato. Così si è espresso il presidente dell’ENI, Giuseppe Recchi facendo riferimento alll’Italia ed alla Basilicata che “sarebbe il terzo produttore europeo ma la politica sceglie di non decidere”. Così il quotidiano “Milano Finanza” riporta le frasi dette dal top manager ENI, Giuseppe Recchi, in occasione del Meeting di Comunione e Liberazione in corso a Rimini…Recchi ha riconosciuto che “l’Italia ha tutte le carte in regola per diventare un importante player a livello europeo nel mercato del petrolio”. Una situazione che permetterebbe allo Stato di beneficiare di maggiori entrate fiscali se solo si consentisse il raddopiare la produzione da “campo petrolifero” della Val d’Agri.
Dopo le affermazioni di Davide Tabarelli, presidente di Nomina Energia, ENI vuol fare della Val d’Agri il “limone petrolifero” d’Italia, da spremere con il memorandum bipartizan della fallimentare politica regionale – nazionale mentre si tenta di nascondere l’inchiesta della magistratura sulla rimborsopoli lucana, in una regione consegnata agli interessi delle compagnie petrolifere con l’ambiente e la salute dei residenti sempre più a rischio.
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