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giovedì 2 maggio 2013

Barnard: operai schiavi, ringraziate i vostri sindacati



Guardatevi, operai della Fiat di oggi. Ma guardatevi in questo modo: mettetevi su un balcone più in alto e state affacciati a osservare Mirafiori e Pomigliano. Cosa si vede da lì su? Si vede un pollaio dove in 4 metri quadri di terriccio puzzolente i polli si agitano per difendere i loro 4 metri quadri di terriccio puzzolente. Ma come vi siete conciati in quel modo? Lo sapete che nessuno vi ha mai raccontato chi veramente vi ha fottuti? Tutto vogliono, meno che voi scopriate che le fonti dei vostri mali stanno TUTTE fuori dal recinto Italia, perché se le scoprite allora gli inceppate il gioco e li potete fottere. Vi hanno convinti che la libertà e la dignità oggi per voi significhi contrattare su un altro metro quadro di recinto infestato di cacca. Sperano che a nessuno di voi salti in mente di accorgersi che fuori dalla rete del pollaio ci sono spazi di salvezza illimitati in termini economici, che vi hanno sempre tenuti nascosti.
Da dove vengono i vostri mali di operai cronicamente perdenti, sempre dalla parte delle badilate in faccia, sempre a risicare lavoro, persino a Sergio Marchionnesupplicarlo? Risposta: non vengono dal governo, non dalle leggi italiane, non dai partiti della Casta, non dalla mafia, non da Tremonti, non da Craxi Forlani Andreotti, non dal debito pubblico. No. Che i salari di chi lavora e il lavoro stesso dovessero passare dall’essere un diritto umano a una carità elemosinata a masse di perdenti, fu sancito in luoghi e tempi che voi non conoscete, da gente che non immaginate, con le seguenti idee: primo, pensarono che se i lavoratori aumentano i loro redditi essi spenderanno di più, e se spenderanno di più circolerà più denaro, e se circolerà molto denaro ci sarà inflazione, e l’inflazione colpisce il valore della moneta, e se la moneta perde di valore i ricchi perdono privilegi.
Secondo, pensarono che i lavoratori ben pagati sono forti, acquisiscono pretese. I malpagati e i precarizzati sono invece deboli, spaccano i sindacati, e le grandi industrie fanno più profitti, ed esportano di più. Se poi esse licenziano, i Mercati le premiano apprezzando le loro azioni e i manager di quelle industrie incasseranno premi milionari. Ma se licenziano, gli Stati s’indebitano con la cassa integrazione e altri ammortizzatori, e se si indebitano devono poi privatizzare i beni pubblici per pagare i debiti, e se privatizzano lo faranno a prezzi stracciati perché sono indebitati, e se i prezzi sono stracciati gli investitori compreranno a due soldi aziende eMilton Friedmaninfrastrutture, poi licenzieranno e la ruota torna a giare su se stessa, con alla fine sempre tu, operaio, a pagare il prezzo di tutto.
In due parole: ideologia neoliberista. Nasce a Chicago negli anni ’60, il padre si chiama Milton Friedman, conquista la politica di tutto il mondo ricco in soli 20 anni, attraverso i finanziamenti immani della Commissione Trilaterale, del Gruppo Bilderberg, e della maggiori fondazioni di destra americane. In Italia i portavoce di questa idra mostruosa sono gli Alesina, Stagnaro, Mingardi, Draghi, Ciampi, Padoa Schioppa, Prodi, Visco, D’Alema, e altri; in Europa i Brittan, Thatcher, Mitterrand, Kohl, Issing, Waigel, Attali, Von Rompuy, Merkel, Sarkozy, Juncker, Lagarde, solo per citarne alcuni. La pianificazione di questa idea criminale, prima di uscire potente da Chicago, era partita in realtà in Francia prima della seconda guerra mondiale, con lo scopo dichiarato di forgiare nazioni che «in futuro otterranno la supremazia dei super profitti e dell’accumulo di ricchezza imponendo la povertà nel lavoro» (Perroux 1933).

E’ quello che vi sta capitando, cioè un attacco ai salari senza precedenti in tutto il mondo occidentale pianificato da 30 o addirittura 70 anni, e questi sono coloro che l’hanno voluto e portato fino a oggi. Questo è il tuo nemico, operaio!, e non si riunisce nel Pdl o in Confindustria (più facile che sfiorino il Pd). I manovratori stanno nella Federal Reserve in Usa, nella Commissione Europea, nella Banca Centrale Europea, nelle banche centrali dei paesi dell’euro, nei ministeri del Tesoro di Francia e Germania e Stati Uniti, ma soprattutto sono gli investitori nella City di Londra, negli hedge funds, nei fondi pensione europei, a Wall Street, a Pechino. E dettano legge sulle teste Romano Prodidi ogni governo, senza eccezione. Marchionne a loro risponde, sempre. Marchionne è un loro pupazzo.
La domanda è: come è permesso oggi a un’azienda come la Fiat, che ha succhiato il sangue dei contribuenti e dei meridionali italiani per 40 anni, ricattare arrogante il nostro paese? Risposta: accade perché a partire dai primi anni ’80 l’Italia, e ogni altra nazione, ha ceduto la propria sovranità economica al Mercato. Cioè? Presto detto: uno Stato con moneta sovrana (noi avevamo la lira, oggi l’Italia non ha moneta sovrana, l’euro ce lo prestano i privati) avrebbe sempre potuto comprare tutto ciò che voleva, e senza limiti di spesa, a patto che tutto ciò che comprava fosse prezzato nella sua moneta. In Italia, lo Stato poteva comprare tutto il lavorodegli italiani, tutto, fino all’ultimo lavoratore residente. Cioè creare la piena occupazione impiegando il 100% dei disoccupati = 0% di disoccupati. Poteva comprare tutti gli ospedali, tutte le scuole, tutte le strade, tutti gli asili nido, tutte le case di riposo, tutti gli operatori sociali, pagare tutte le pensioni che voleva. Cioè creare il pieno Stato sociale. Poteva investire in tutti i settori privati che voleva, creando produttività italiana anche nel privato. Non l’ha mai fatto, perché se no il Mercato avrebbe perso.
Il Mercato (leggi la prima domanda) si è comprato l’economia, la politica, i sindacati, e ha deciso che per non perdere profitti doveva far soffrire milioni di lavoratori e per decenni. Avendo bloccato, proprio soffocato a morte, la capacità dello Stato a moneta sovrana di spendere per i cittadini, è rimasto lui, il Mercato, l’unico attore in grado di spendere per noi. «Investimento sì, investimento no… Lo volete?», «Sììì, per carità», gridiamo tutti. E allora fate quello che vogliamo noi, quello che voglio io, dice Marchionne. «Pollo della Camusso, Bonanni e AngelettiFiat, vuoi lavorare?». «Devo, per carità!», allora vota sì e stai nel pollaio (e lì crepa), se no niente investimento.
Ma ecco come quello stesso colloquio avverrebbe con uno Stato a moneta sovrana che spende per la piena occupazione, il pieno Stato sociale e la produttività: «Pollo della Fiat, vuoi lavorare?». «Sì, ma a condizioni di dignità, e tu signor Marchionne a lavorare da pollo ti ci metti tuo cugino. Io m’iscrivo al programma di Piena Occupazione del mio governo, percepisco un pieno stipendio e ho anche il pieno welfare. Distinti saluti». Fantasie? Affatto. Lo Stato argentino, seppur ridotto a brandelli dal Mercato, capì la lezione di cui sopra e nel 2001 offrì lavoro pagato dal governo a ogni capofamiglia esistente nel Paese. Due milioni di disoccupati tornarono al lavoro, che in proporzione al numero degli abitanti è una massa immensa, e nel giro di due anni l’Argentina ebbe la più alta crescita economica del mondo. Lo hanno fatto loro in condizioni drammatiche, immaginate la ricca Italia.

Perderemmo la Fiat? Meglio. Primo, come ho già scritto, Marchionne non solo sta seviziando dei poveri polli, Marchionne li inganna pure, mentre li torchia. Infatti è noto ai manager di tutte la grandi aziende del settore automobilistico che fra pochi anni la presenza umana in catena di montaggio sarà eliminata. In Corea i nuovi stabilimenti auto non hanno illuminazione, perché non esistono umani là dentro. Questa evoluzione è infermabile, come lo fu nel traffico marittimo, dove i 70-80 marinai delle petroliere si sono ridotti a 8-10 per nave, il resto sono computer. Inutile versare sofferenze per anni con la sola certezza che sarà per nulla. Lasciate a un gonzo ignorante come Antonio D’Anolfo dell’Ugl la fesseria che «Noi salviamo la filiera dell’auto in Italia», o a Bonanni di ragliare: «Noi pensiamo a come far Maurizio Landiniuscire i lavoratori dalla precarietà». Cretinate, è precisamente il contrario, voi perderete ogni singolo posto di lavoro, è già deciso ma non ve lo dicono.
In secondo luogo, Cina e India entreranno presto nel mercato dell’auto, e quando questo accadrà non solo salterà la Fiat, ma l’intero sistema produttivo mondiale. Già oggi uno sternuto della Cina mette a rischio il vostro lavoro in Fiat, come accaduto il 27 dicembre scorso quando Pechino ha annunciato che il numero delle licenze automobilistiche verrà drasticamente ridotto nel 2011 (a 1/3) nella capitale, ma anche a Shangai: i titoli auto in borsa sono crollati. In conclusione, dovete guardare avanti, cioè proprio alzarvi da ‘sto pollaio e vedere ben oltre, e iniziare a correre ai ripari oggi: capire chi veramente decide del vostro salario; capire perché fu decisa la distruzione del lavoro, quando e da chi. E prenderli di mira. Capire che se state con la testa laggiù a starnazzare dentro 4 metri quadri di pollaio non ne verrete mai fuori, anzi, è Barnardproprio quello che il Vero Potere vuole per fottervi tutti.
E a te, pollo Landini, ho da dire cose dure. Gli operai sono giustificati, perché non hanno il tempo materiale per capire, sapere, orientarsi. Ma voi siete i sindacalisti e il vostro compito era precisamente quello di accorgervi di cosa stava succedendo e di chi erano i colpevoli. Invece sono decenni che ignorate del tutto il disegno del Vero Potere per arrivare al più feroce attacco ai salari della storia moderna; ignorate cosa sia stato il Neomercantilismo franco-tedesco in Europa, e cosa sia il rigurgito delle teorie economiche Neoclassiche e Neoagrarie che succhia il sangue a chi lavora e paralizza gli Stati; ignorate cosa siano stati Maastricht e Lisbona per i lavoratori, con l’abolizione di fatto dell’articolo 40 della Costituzione italiana sul diritto di sciopero e che il Patto di Stabilità fu disegnato proprio per uccidere il lavoro; ignorate cosa decise la Commissione Trilaterale nel 1975 per distruggervi, e ci sono riusciti, perché oggi credete di essere uno zoccolo duro dei diritti quando invece siete lo zoccolo duro del pollaio puzzolente dove contrattate solo sul grado di abolizione dei diritti.
Ignorate cosa sia la Nicaraguizzazione dei lavoratori e vi fate fottere ogni volta da questa pornografica strategia del Potere, cioè: si torturano a sufficienza gli esseri umani, così che alla fine i torturati pur di smettere di subire la tortura voteranno per coloro che li torturano perché sono quelli che controllano gli strumenti di tortura. Ti dice niente, Landini? Niente su Pomigliano e Mirafiori? Cosa ci fate ancora in quel pollaio, ciechi volatili ridotti all’indecorosità della lotta per conservare un metro di schiavitù? Avete capito chi è il nemico? Avete capito cosa può fare uno Stato a moneta sovrana per voi? Cosa aspettate a volare sopra la rete e a diventare persone che conquistano diritti? Oggi siete dei polli, operai.

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