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giovedì 2 maggio 2013


M5s, Paolo Becchi: “Non lamentiamoci se la gente prende i fucili”

Dura critica del professore genovese alle scelte del presidente del consiglio incaricato Letta: "Siamo governati ancora dalla Merkel con le banche e i banchieri come l'attuale ministro dell’Economia". E ancora: "Se poi le commissioni di garanzia non vengono date al Movimento si può parlare di golpettino istituzionale." E sulla sparatoria a Palazzo Chigi: "Utile per dare maggioranza al governo"

M5s, Paolo Becchi: “Non lamentiamoci se la gente prende i fucili”
E insiste. “Le rivoluzioni non sono sempre pranzi di gala e quando la situazione diventa esplosiva nella storia abbiamo avuto esempi di questo genere. Abbiamo un presidente rieletto che neanche in Venezuela. Una situazione eccezionale, se poi le commissioni di garanzia non vengono date al Movimento si può parlare di golpettino istituzionale. Non è follia pensare che uno possa prendere armi”, conclude Becchi. Non è un incitamento alla violenza, il suo, tiene però a precisare. “Domani si leggerà sicuramente da qualche parte che Becchi inneggia alla rivolta armata in Italia. In realtà l’azione di mistificazione condotta di grandi giornali ha trovato un ostacolo imprevisto: la Rete. Se non ci fosse la Rete il movimento si sarebbe già esaurito sotto la spinta delle accuse di fascismo, populismo e terrorismo che si leggono sui soliti giornali”, ha affermato
Le dichiarazioni arrivano dopo una lunga giornata di polemiche, sorte proprio dopo un altro duro attacco di Becchi, stavolta riferito alla sparatoria davanti a Palazzo Chigi, in cui Luigi Preiti ha aperto il fuoco contro due carabinieri. “Questo ‘attentato’ è stato utile ad un certo tipo di azione politica: dare al governo Letta una maggioranza solida. E cercando di far passare per scontata anche la ricomposizione, almeno sulla carta, del Pd“. Per il professore, infatti, “dopo quell’attentato non c’è stata alcuna opposizione all’interno del Pd nell’approvare la linea dell’emergente governo di Enrico Letta. Quei 101 parlamentari che avevano impallinato Romano Prodi ora dove sono? Dopo la sparatoria si sono ricompattati. E questo è un dato di fatto, è oggettivo. Può darsi anche che non ci sia alcuna correlazione tra le due cose, però…” Il sospetto, rivela Becchi a Radio 24, è che dietro all’azione di Preiti e ad altre provocazioni “ci sia un potere invisibile“.
Becchi ha poi risposto alle accuse contro il M5s, nate dopo la sparatoria, specificando che “il movimento non ha nulla a che fare con la violenza. Mira a cambiare e a rivoluzionare il Paese, questo è vero, ma mediante gli strumenti che la democrazia mette a disposizione. C’è pregiudizio e tirannia della maggioranza. Anche perché la parola sovversivo ultimamente – conclude Becchi – è stata utilizzata solo dal premier Letta nel suo discorso alle Camere. Che sia lui il sovversivo?”
Le sue parole hanno scatenato molte reazioni. “Siamo alla follia“, ha commentato Ettore Rosato, della presidenza del Gruppo Pd della Camera. “Dicano qualcosa i dirigenti e il leader di quel movimento. Dimostrino almeno di rendersi conto della necessità – incalza Rosato – di misurare le esternazioni e di non alimentare lo sconcerto dei cittadini”. “Le parole di Becchi, definito da molti ideologo del Movimento cinque stelle, sono gravi e sconcertanti. Non possono che rafforzare le nostre grandi perplessità”, ha dichiarato il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri. “Auspico una presa di distanza netta ed immediata da parte del M5S relegando l’ideologo del movimento ad una meritato pensionamento anticipato”. Ha dichiarato Roberto Capelli deputato del Centro Democratico.

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