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sabato 20 luglio 2013

FIAT E IL MERCATO AUTOMOBILI IN CRISI DI VENDITE

Mercato dell’auto da incubo per Fiat. Ecco cosa c’è dietro il crollo europeo del Lingotto

Nonostante il boom dei modelli a km zero e il successo di Panda e 500L, per la casa torinese le vendite nel vecchio continente sono disastrose. I motivi? Mancanza di modelli nei segmenti strategici, investimenti spostati esclusivamente in America. Ombre sugli stabilimenti di Mirafiori e Cassino

Mercato dell’auto da incubo per Fiat. Ecco cosa c’è dietro il crollo europeo del Lingotto
La situazione di Torino, però, preoccupa davvero per le immatricolazioni dei singoli marchi. Grazie al successo dell’ultima Panda e della nuova 500L, infatti, Fiat tiene, perdendo appena il 2,9% nel semestre (cioè molto meno del mercato, che è sceso del 6,7%), ma è vero crollo per Alfa Romeo, che è precipitata del 33,1% perdendo quasi 18mila immatricolazioni sulle oltre 54mila del 2012. Brutti anche i risultati di Lancia-Chrysler (congiunti, perché certi modelli sono venduti con entrambi i loghi), che è scesa del 26,7% (41.132 targhe contro 56.100), e di Jeep (-25,4%, cioè 11.317 invece delle 15.169 del 2012). In altre parole, senza l’apporto delle ultime piccole Fiat, i risultati del gruppo l’avrebbero probabilmente spinto al vertice della classifica continentale delle flessioni.
E’ da questi numeri che si comprende qual è il vero problema del gruppo: la mancanza di modelli che possano competere in altri segmenti che non siano quelli delle utilitarie. Il Lingotto, infatti, non ha proposte adeguate nel segmento “C” (per intenderci, quello delle compatte in cui primeggia l’inossidabile Volkswagen Golf), il cui presidio è affidato all’Alfa Romeo Giulietta (che però è troppo di nicchia per fare grandi volumi) e alla coppia Fiat Bravo-Lancia Delta, ormai alla fine del ciclo di vita senza che si vedano le eredi. Fiat è assente pure dal segmento “D” delle berline medie, dove non può opporre nulla alla Volkswagen Passat e, nella fascia di prezzo “low”, a modelli come la Chevrolet Cruze e la Hyundai i40. Infine, non c’è più una sola giardinetta tricolore, mentre il compito di difenderlo tra le grandi berline è affidato alla Lancia Thema, una Chrysler 300 “italianizzata” che però (le scarse vendite lo dimostrano) alla clientela europea e nostrana dice poco, anche perché manca una versione station wagon che pure, nella vecchia “300”, aveva avuto estimatori.
Insomma, gli affanni del Lingotto sono dovuti principalmente alla sua ritirata nei confronti dellaconcorrenza che, nonostante le difficoltà del mercato, ha continuato a presidiare alcuni segmenti chiave abbandonati da Fiat. In passato, l’ad Fiat Sergio Marchionne aveva giustificato il mancato rinnovo della gamma dicendo che presentare novità in un mercato europeo poco ricettivo significava sprecare preziosi investimenti. Tuttavia, proprio il gradimento di Panda e 500L (e forse della promettente 500X) dimostra che se i nuovi modelli ci sono e centrano i gusti della clientela, le vendite arrivano anche in un mercato non facile. In realtà, la ritirata europea di Fiat è figlia della decisione di destinare le migliori risorse economiche all’avventura americana, cioè a impadronirsi di Chrysler. Una decisione magari azzeccata per la salute del gruppo, ma che getta un’ombra sul destino del marchio Lancia e, dopo l’abbandono dello stabilimento di Termini Imerese, anche sul futuro di Mirafiori e soprattutto di Cassino, da dove oggi escono la Giulietta e la coppia Bravo-Delta ormai al tramonto.


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