Riceviamo e pubblichiamo queste riflessioni inviate alla nostra redazione da Gaetano De Luca, lucano, che lavora nel settore dell'agroalimentare; dopo un'esperienza in Emilia Romagna nella progettazione e sviluppo in ambito rurale per un importante gruppo della cooperazione agricola, è tornasto in Basilicata.
Da Siritide.it 30/07/2013
Nei primi giorni di Agosto ci sarà l’ennesima sagra del Canestrato Igp di Moliterno; il Pecorino dal nome ridondante per tradizione ma che stenta a decollare perché incapace di superare la frammentazione produttiva e di presentarsi con forza commerciale sui mercati di sbocco.
Per una volta evitiamo di fare annunci e promesse; speriamo, invece, che l’evento possa costituire un punto di partenza per azioni concrete di rilancio di una filiera ormai rarefatta, presente solo sui tavoli della Regione Basilicata e in qualche fiera locale.
Il Consorzio di Tutela raggruppa pochissimi soggetti rispetto al potenziale produttivo dei 60 comuni coinvolti nell’Igp e riesce al più a soddisfare le esigenze del mercato locale.
Credo che ridurre la dialettica progettuale ad una mera risoluzione delle problematiche organizzative dei singoli Consorziati contribuisca a ridurre la filiera ad un sistema chiuso, poco imprenditoriale, privo di prospettive. Interrogarsi sulla necessità di nuovi modelli gestionali, non difendere a tutti i costi l’esistente, mettersi in discussione è essenziale per costruire nuovi punti fermi per il futuro.
Il ‘’ Canestrato Igp’’ va salvaguardato non semplicemente per le proprie qualità eccellenti da un punto di vista gastronomico; ma perché insieme agli altri prodotti tipici può costituire il punto di partenza per uno sviluppo equilibrato dei nostri territori che esalti la vocazione ambientale e la qualità come motore di crescita e distintività.
Chi scrive ha provato a mettere al servizio della comunità la propria esperienza in ambito agroalimentare, sono stati due anni ostinati di duro lavoro nel tentativo di creare una visione imprenditoriale di filiera che crei opportunità reali per il territorio ma, troppe volte mi è sembrato di lottare contro i mulini al vento: divisioni inspiegabili, ostruzionismo avvilente stanno rallentando i necessari processi di riorganizzazione della filiera.
Ma per carattere non mi arrendo mai per questo ho pensato di scrivere la mia a pochi giorni della rinomata sagra del pecorino Canestrato Igp.
E’ falsa l’assunzione che il nostro oggi sia un prodotto di nicchia, il nostro è semplicemente un non prodotto; perché non rispondente a quei criteri minimi di volume e omogeneizzazione qualitativa.
Eppure, sono circa 3.000.000 di euro i fondi del Po Val d’Agri stanziati in infrastrutture a servizio della filiera di cui beneficerà principalmente il Comune di Moliterno.
Insomma, probabilmente si costruiranno degli ottimi contenitori privi però di sostanza imprenditoriale col rischio di creare infrastrutture utili più ai progettisti che al territorio. L’esiguità dei soggetti coinvolti nel processo rischiano di rendere poco impattante per la collettività l’intervento sulla filiera; con risorse spropositate rispetto al numero dei beneficiari coinvolti.
Senza l’avvio di un processo di ruralità organizzata in grado di garantire volumi e qualità mettendo in moto nuove energie che abbiano la cultura del mercato e della diversificazione difficilmente si potrà invertire la rotta.
Penso ad una Cooperativa che sia in grado rendere la filiera credibile per organizzazione, qualità e potenziale pervasivo; che costituisca un opportunità di mercato non solo per gli attuali aderenti al Consorzio di Tutela, ma che si presenti come un canale redditizio per l’intero tessuto ovi-caprino, senza violentare la discrezionalità imprenditoriale dei singoli che devono poter essere imprenditori di sé stessi e decidere le sorti della propria organizzazione imprenditoriale.
Qualsiasi sostegno pubblico può essere utile nella misura in cui sussista un governo unitario reale del prodotto che sia in grado di fare sistema.
Oggi le risorse ci sono; da quelle previste dal Po Val d’agri; a quelle dirette alla valorizzazione di alcuni operatori già aderenti al Consorzio di Tutela; (come nel caso del progetto ‘’Ricamo’’ Misura 124 Psr 2007-2013); a quelle potenzialmente attivabili dal ‘’Gal di zona’’ sul versante della promozione dei prodotti tipici.
E’ sufficiente ripartire da una governance unitaria e condivisa tra pubblico e privato provando a superare il limite di filiere poco organizzate, di difficile concepimento, partorite sulla base di istanze politiche e poco imprenditoriali.
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