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sabato 20 luglio 2013

UN GOVERNO PARTITO MALISSIMO

“Anche Cancellieri e Bonino sono coinvolte nel caso kazako”






Per Christopher Hein, direttore del Cir (Consiglio Italiano Rifugiati), il ministro Alfano era a conoscenza dell'estradizione in Kazakistan della Shalabayeta e di sua figlia ma non è il solo responsabile: "Il ministro degli Interni si è salvato ma a settembre cadrà, conosco i vertici del Viminale". E sulla donna ora nel suo Paese: "E' a rischio tortura secondo i rapporti di Amnesty International che parlano di numerosi casi di violazione". 

Intervista a Christopher Hein di Giancarlo Capozzoli

“226 contrari, 55 sì, 13 astenuti. Inoltre Letta afferma che Alfano è estraneo ai fatti e inoppugnabile. Mah!”, dichiara il Direttore del Cir, Consiglio Italiano per i Rifugiati, Christopher Hein, quando apro la porta del suo ufficio, nel cuore di Roma, alle 14.20 circa di ieri pomeriggio.
“Alfano per ora si è salvato. Ma vedrai che a settembre lo fanno cadere. Conosco troppo bene i vertici del Viminale per non sapere che l’atteggiamento dell’attuale Ministro degli Interni è stato a dir poco scandaloso”.

Andiamo con ordine Direttore. Dunque il provvedimento di espulsione contro la signora Shalabayeta è stato annullato. Pertanto nulla osterebbe ad un suo eventuale rientro in Italia.
Bisogna intanto chiarire subito una cosa: Alfano non è l’unico responsabile. Voglio dire che in questa vicenda è coinvolta anche la Ministra Cancellieri, la quale, finora, è stata tenuta fuori dalle inevitabili polemiche e conseguenze politiche dei loro stessi atti. Se da una parte è vero che il provvedimento di espulsione nei confronti della Signora Shalabayeta è stato annullato, d’altra parte mi chiedo come sia possibile annullare un provvedimento adottato solo il 16 giugno scorso e di cui la Ministra stessa ha controllato la regolarità. Puoi ben capire che Alfano non è l’unico.

Che cosa vuol dire Direttore?
Anche la Ministra Bonino è stata informata già il 4 Giugno di quanto accaduto, proprio dai nostri uffici del CIR. Le è stata inviata una lettera in cui il Cir chiedeva alla Bonino, visti anche i suoi impegni con i Radicali, di adoperarsi affinchè i diritti della persona fossero garantiti, esprimendo forti perplessità sull’espulsione della signora e di sua figlia.

Cosa potrebbe accadere ora che è decaduto il provvedimento di espulsione?
Annullato il provvedimento, la signora Shalabayeta e sua figlia possono rientrare in Italia. Qualora la signora non dovesse avere il passaporto, l’Ambasciata Italiana può rilasciare un VISTO TEMPORALE DI VALIDITA’ TERRITORIALE LIMITATA, per poter consentire alla signora di rientrare in Italia.

Legalmente in Italia ora può tornare, dunque.
Sì, il problema sorge dal punto di vista del Kazakistan. Non abbiamo elementi giuridici per affermare con certezza che lei possa tornare. Va ricordato che la signora è incriminata di corruzione di funzionari al fine di ottenere il passaporto. Appare evidente la pretestuosità dell’accusa.

Direttore, alcuni giornalisti italiani hanno voluto sottolineare il collegamento tra gli interessi italiani in Kazakistan, dell’ENI, in particolare, e la rapidità dei provvedimenti presi contro la moglie del l’oppositore Ablyazov. Secondo lei c’è un collegamento?
Non si può fare un’accusa del genere se non ci sono prove evidenti. Ma mi chiedo: ci sarebbe stata una tale rapidità se il Paese interessato fosse stato un Paese che non ha interessi in comune con l’Italia?

Capisco. Avete notizie della signora Shalabayeta, dopo il suo rientro forzato in Kazakistan?
La signora non dovrebbe essere in prigione. Uso il condizionale perché le notizie vanno verificate. L’avvocato dei Diritti Umani, Stano, dei Radicali, sostiene che la signora non è agli arresti domiciari ma è come se fosse confinata. Non si può muovere dal posto in cui risiede.

Ritornando alle accuse che le sono rivolte: crede che la signora possa essere effettivamente condannata?
Rischia due anni di carcere in un Paese in cui stando ad un rapporto di Amnesty che mi è arrivato proprio questa mattina, la tortura è ancora applicata. Il rapporto di Amnesty International parla di alcuni operai che furono arrestati dopo una manifestazione sindacale nel 2011. Ebbene la tortura in Kazakistan è un rischio concreto e attuale. Inoltre devo aggiungere che il Parlamento Europeo ha già condannato il processo contro il marito Ablyazov, il quale era stato imputato di appropriazione indebita e frode finanziaria dal Governo di Nazarbaiev.

Volevo chiederLe del provvedimento adottato nei confronti della bambina di sei anni. Ritiene che fosse possibile separare il destino della bambina da quello della madre? 
E’ una faccenda molto delicata, come puoi intuire. In questi casi si cerca di fare il migliore interesse del bambino. La possibilità che si dava era che la bambina fosse affidata ad una zia che vive a Roma. Ma la signora Shalabayeta non si è pronunciata a riguardo. Pertanto si è ritenuto meglio non separarla dalla madre.

A proposito, la signora aveva fatto richiesta di Asilo in Italia?
Sembra che una richiesta esplicita di protezione non ci sia. Ma va sottolineato un elemento che sta emergendo proprio in queste ultime ore. Un funzionario della Questura, Scipioni Laura, ha dichiarato che la Shalabayeta avrebbe parlato in auto durante il tragitto verso l’aereoporto, della possibilità del carcere e di subire torture se fosse stata rimpatriata. Ti chiedo: questo vale come richiesta?

La risposta si dà già nella domanda. Che lei sappia da quanto tempo la Shalabayeta risiedeva in Italia?
Pare che sia in Italia già da 10 mesi, in quanto sembra che la figlia abbia frequentato la scuola durante tutto l’anno scolastico.

Direttore mi dica: quali sono, secondo lei, gli elementi, per così dire strani, della vicenda. 
Proviamo a semplificare: Il provveidmento di espulsione è richiesto dal Questore al Prefetto, il quale è tenuto a non infomare il Ministro degli Interni, in casi “normali”. Si pone già una prima domanda: è questo un caso normale? Mi spiego meglio. La Polizia ha fatto due volte irruzione nella villa alle porte di Roma per cercare il marito della signora su diretta richiesta del Ministro Kazako, in quanto ha ritenuto il signor Ablyazov un pericoloso terrorista. Se è un pericoloso terrorista, seconte te, è questo un caso normale o si deve invece avvisare il Ministro degli Interni? Conosco fin troppo bene il il Dott. Improta, Capo Uff. Imm. della Questura di Roma, e so che non adotterebbe mai un provvedimento di espulsione così improvviso.

Quello che Lei sostiene è che la triste vicenda della Shalabayeta non può essere separata dalla questione del marito accusato di terrorismo internazionale, giusto? 

Terrorismo internazionale, capisci? Inoltre un altro elemento che lascia basiti è la rapidità con cui si è provveduto alla espulsione. Su pressione dei Kazaki, evidentemente.

Che vuol dire?
Se non fosse stato adottato un così immediato provvedimento, la legge prevedeva delle forme di tutela. Ad esempio, l’Art 700 c.p.c. sancisce che il giudice può intervenire in forma cautelare. Ed inoltre l’art. 39, del regolamento della Corte di Strasburgo prevede che la Corte può intervenire anche via fax o email per bloccare una espulsione.

Capisco. Di solito quanto tempo ci si impiega per una espulsione?
Nei casi dei respingimenti, niente.. Scusa l’amara ironia, ma… Comunque di solito l’espulsione avviene in 20/30 giorni.

Cosa pensa che si possa fare ancora, a questo punto?
Sicurmente esercitare pressione diplomatica per tentare di far rientrare la signora e sua figlia in Italia. Cosa molto difficile. Altrimenti si può chiedere di mandare degli osservatori indipendenti internazionali che possano avere accesso a tutti gli atti del processo. Ma non voglio dire troppo su un paese che altri conosco sicuramente meglio di me. So solo che in Kazakistan non c’è una Giustizia indipendente dal Governo.

(20 luglio 2013)

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