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martedì 30 luglio 2013

Usa, maxi-multa a JP Morgan: pagherà 410 milioni per ‘manipolazioni di mercato’

Il colosso finanziario ha patteggiato la somma per risolvere la controversia legata alla speculazione su alcuni derivati: l'accusa era di aver spacciato centrali elettriche in perdita per "incredibili fonti di profitto". L'indagine rientra nella stretta avviata dall'amministrazione Obama sulle operazioni poco trasparenti delle grandi banche

JP Morgan
JP Morgan verserà nelle casse dello Stato americano 410 milioni di dollari per porre fine alle accuse di aver manipolato il mercato dell’elettricità in alcune aree della California e del Midwest. Il colosso di Wall Street ha patteggiato la somma con la Ferc, l’autorità di vigilanza e di regolamentazione del settore elettrico negli Usa.
Grazie all’accordo non saranno più perseguiti i singoli manager di JP Morgan coinvolti nella vicenda, alcuni dei quali rischiavano di dover rispondere di ‘dichiarazioni false e ingannevoli pronunciate sotto giuramento‘, che in America costituiscono reato penale. Nel dettaglio, JP Morgan dovrà pagare una penalità di 285 milioni di dollari alla Ferc e ridare indietro agli investitori ingannati 125 milioni di dollari di mancati profitti. Secondo gli investigatori dell’amministrazione Obama, che hanno indagato per circa un anno, JP Morgan avrebbe speculato sul fronte di alcuni derivati, spacciando in California e in altre zone del Midwest degli Usa “centrali elettriche in perdita per incredibili fonti di profitto”, e causando così un sovrapprezzo di “decine di milioni di dollari in tariffe, molto oltre i prezzi di mercato”.
Inevitabile il parallelo con lo scandalo Enron, antesignano di altri scandali nel campo dei derivati finanziari che portarono alla crisi finanziaria del 2007-2008, partita in America con i mutui subprime e culminata col fallimento di Lehman Brothers. Non solo la vicenda di JP Morgan riguarda sempre il settore energetico, ma le centrali al centro delle indagini – oggi come allora – sono soprattutto in California. Senza contare che le operazioni incriminate venivano anche qui gestite da una squadra di trader basata a Houston, in Texas.
“Siamo lieti di metterci questa vicenda alle spalle”, è stato il commento di un portavoce di JP Morgan, che ha sottolineato come “questo accordo, grazie alle riserve messe da tempo da parte, non avrà alcun impatto sugli utili del gruppo”. Il caso di JP Morgan è solo l’ultimo della stretta che l’amministrazione Obama ha avviato mesi fa sulle operazioni poco trasparenti delle grandi banchequotate a Wall Street. Nel gennaio scorso fu Deutsche Bank a pagare 1,6 milioni di dollari, sempre per una vicenda di “scambi impropri” sul mercato elettrico in California. Più di recente è stato intimato al gigante britannico Barclays di pagare 470 milioni di dollari per sospetta manipolazione dei mercati energetici, sempre in California e in altri Stati dell’Ovest degli Usa. Barclays ha però deciso di continuare a difendersi dalle accuse.

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