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mercoledì 31 luglio 2013

Lavoro, il M5S vuole tagliare l’Irap a chi assume 5 disoccupati: inspiegabile il no di Pd e Pdl


Scritto da Ilfattoquotidiano.it |
Pubblicato Mercoledì, 31 Luglio 2013 07:21
pd pdl no taglio irap

Si riempiono la bocca raccontandoci una marea di frottole sull’importanza del lavoro per far ripartire il “sistema paese” e su come ridurre la disoccupazione per rilanciare l’economia dei territori. Poi, all’atto pratico, si dimostrano i soliti cazzari: di fronte ad un emendamento del M5S sul taglio dell’Irap in favore delle imprese che assumono 5 disoccupati, arriva il no di Pd, Pdl, Lega e Scelta Civica. E nel frattempo c’è chi si suicida per mancanza di occupazione.


Un emendamento per favorire l’assunzione dei giovani senza lavoro, bocciato da Partito democratico, Popolo della libertà e Scelta civica. Il Movimento 5 Stelle in Senato ha proposto una modifica al decreto sul lavoro per favorire l’entrata nelle aziende dei disoccupati tra i 18 e i 29 anni che non ha trovato però l’appoggio delle altre parti politiche. La modifica numero 1219 del gruppo grillino a Palazzo Madama prevedeva: l’esenzione dal pagamento dell’Irap “per i datori di lavoro che assumano, con contratto di lavoro a tempo indeterminato, cinque lavoratori che rientrino in una delle seguenti condizioni: siano privi di impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi; siano privi di un diploma di scuola media superiore o professionale; vivano soli con una o più persone a carico. Il datore di lavoro è esentato dall’Irap per ciascuno degli anni di imposta in cui gli incrementi occupazionali raggiunti con la quinta assunzione vengono mantenuti”. L’incentivo sarebbe durato per cinque anni e non avrebbe potuto superare i 650 euro per lavoratore assunto. Per coprire l’emendamento, i 5 Stelle proponevano un aumento dal 26% al 27% della tassazione sulle rendite da capitale per i grandi patrimoni.
La bocciatura dell’emendamento ha scatenato molte polemiche. Così Sergio Puglia, senatore della Campania e primo firmatario dell’emendamento ha commentato: “Il Pdl si riempie la bocca tutti i giorni di tutela delle nostre impresee defiscalizzazione per chi assume giovani senza lavoro. Li abbiamo messi alla prova. Bene, anzi malissimo: a parte 2-3 dissidenti dal gruppo Pdl, tutto il partito berlusconiano, Pd e montiani hanno bocciato il nostro emendamento”. Un rifiuto che, secondo il senatore a 5 Stelle, sarebbe un segno di disinteresse verso il miglioramento delle condizioni di lavoro per gli altri partiti: “Il risultato delle votazioni parla chiaro a favore dell’emendamento del M5S hanno votato solo 64 senatori, 200 i contrari”. 
Non è il solo emendamento bocciato. A modifica del decreto sul lavoro, il Movimento 5 Stelle in Senato ha infatti proposto altre modifiche. Innazitutto il “ripristino delle garanzie previste dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori precedente alla legge Fornero“. Sara Paglini, segretario della Commissione lavoro ha commentato: “La demagogia del Partito Democratico tradisce di nuovo i lavoratori italiani”.  A favore dell’emendamento del Movimento 5 Stelle ha votato solo Sel. Si sono schierati contro le senatrici ed i senatori di Pd, Pdl, Scelta Civica e Lega. “Questa è la coerenza del Pd”, ha continuato Paglini, “Per mesi hanno parlato di articolo 18, raccolto firme ed oggi in aula non hanno avuto il coraggio di sostenere l’emendamento. In democrazia contano i fatti, non le parole e le promesse”.
Altro punto contestato riguardava l’estensione delle agevolazioni per le assunzioni previste dal decreto lavoro anche ai “laureati disoccupati da più di tre mesi“. L’emendamento è stato bocciato ancora una volta dalle altre parti politiche. “Il testo del Governo” – ha commentato Elisa Bulgarelli, senatrice M5S – “favorisce in maniera incomprensibile solo quelle persone in cerca di occupazione che siano prive di un titolo di studio superiore. Che senso ha? Che discriminazione è mai questa? I contributi non sono molto alti, ma non c’è alcuna ragione per supporre che non possano essere molto comodi anche per assumere un laureato. Adesso voglio vedere i nostri governanti venirci a parlare di ‘aiuto all’occupazione’”.

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