εὕρηκα

εὕρηκα
HOME PAGE

sabato 20 luglio 2013

LA "NATO" E I "NON ALLINIEATI"

Un governo N.A.T.O. per servire meglio il padrone

By Cantus at en.wikipedia [Public domain], from Wikimedia CommonsLa contrapposizione mondiale tra paesi “non allineati” e fronte occidentale, si radicalizza ogni giorno di più. Mentre i primi, forti anche della presenza dei BRICS, stanno conoscendo una fase di espansione e crescita economica, il mondo occidentale è pienamente investito dalla crisi economica finanziaria prodotta dal suo stesso sistema capitalistico. Il vero Leviatano finanziario , che si ingrassa ogni giorno a spese dei popoli governati, non conosce sazietà e ormai è il padrone incontrastato di tutti i centri di potere effettivo. Le masse popolari d’occidente sono letteralmente escluse dalla gestione degli stati, che a loro volta si diluiscono velocemente verso organizzazioni sovranazionali tecnocratiche, diretta emanazione delle oligarchie finanziarie dominanti. L’Unione Europea, appare essere l’esperimento meglio riuscito. Il cappio economico del debito, sapientemente gestito, ha esautorato “de facto” i parlamenti nazionali dall’esercizio della sovranità e trasformato i loro governi in burattini collaborazionisti, presieduti, a seconda dei casi, direttamente da tecnici (di loro diretta emanazione) o da politicanti asserviti. Costantemente ricattati o ricattabili. Il potere legislativo è appannaggio dei burocrati di Bruxelles e delle lobby che li manovrano. Il potere economico è delegato ai centri bancari internazionali e direttamente gestito dalle loro emanazioni dirette, come la BCE e il FMI. La politica estera e militare, esercitata apertamente dagli Stati Uniti e Israele, “longa manus” militare del sistema capitalista e dei suoi centri finanziari dominanti. Se il progetto in atto è stato facilmente attuato nei confronti del “ventre molle europeo”, costituito dai disprezzati “PIGS”, incontra qualche resistenza maggiore in paesi più solidi e forti, come Germania, Francia e Gran Bretagna, che però non deve ingannare. La loro riottosità alla cessione di sovranità, più formale che sostanziale, è in parte destinata a cadere e in parte “permessa” per ragioni storiche e politiche di adesione primigenia al medesimo progetto.
La necessità vitale per il sistema occidentale di ricercare continuamente nuovi mercati da inglobare, il bisogno di controllare le materie prime e le fonti energetiche, il sistema bancario e le riserve auree globali, rappresentano la certezza che la sua aggressività internazionale non potrà conoscere mai fine.
By U.S. Navy photo by Mass Communication Specialist 3rd Class Daron Street [Public domain], via Wikimedia CommonsLa spesa in armamenti, unica che, nonostante l’imminente tracollo economico, non conosce limite, conferma la direzione tracciata. Lo stesso potenziamento dello strumento d’aggressione integrato multinazionale della NATO è indirizzato verso la sua trasformazione in un unico soggetto militare. Un’unica grande Forza Armata “imperiale”, con tecnologie e armamenti integrati e polivalenti, la cui produzione e proprietà tecnologica garantisce il controllo assoluto dell’intera macchina bellica. Dai sistemi radar a quelli satellitari di individuazione e direzione del tiro; dalle centraline dei velivoli alle tecnologie tecnotroniche di controllo del volo. Tutti i centri strategici e nevralgici del potere militare, devono essere interdipendenti. La chiave del motore bellico è, e deve essere, in mano ad un unico soggetto. Non più alleanza tra Stati “indipendenti” (almeno in parvenza), ma strumento univoco di aggressione militare, sotto il diretto controllo delle èlite al potere.
Impossibile starne fuori, impossibile opporvisi.
Il governo italiano, che tra i molti, si distingue per zelo e fedeltà al progetto, ha dato dimostrazione palese di questo. Tutto il sistema di riforma dell’apparato militare è da vent’anni finalizzato a questo fine ultimo, e gli ultimi strappi di sovranità a in materia, compiuti ai danni del popolo dal golpista Napolitano e dal suo Ministro della Guerra Mauro & Co., hanno fatto ben comprendere chi comandi e cosa debba fare il Parlamento: accontentare qualche lobby e clientela partitica, prendere il prendibile e avvallare formalmente le decisioni del governo già prese “a priori”. Le poche eccezioni alla regola, servono solo a confermarla. Appartengono alla sfera dell’errore calcolato, sempre facilmente rimediabile o eliminabile.
Cosa serve l’esercizio formale delle urne? Cosa serve un Parlamento che non decide su nulla o che si limita ad avallare decisioni già prese? A nulla, se non a porre il velo democratico su una dittatura coloniale già in atto. Il nostro è un paese occupato militarmente e svuotato politicamente.
Il tutto, di per se somma sventura, potrebbe scivolare fluido addosso agli italiani, impegnati tra calcio e gossip, se non fosse foriero di ulteriori sventure, mai così vicine.
Il nostro ingessamento nell’Alleanza Atlantica, ci ha già condotto a due decenni di guerre e di abbattimento di ponti diplomatici ed economici. Abbiamo tradito alleati, bombardato paesi amici e partner commerciali, mettendo fine al ruolo di mediazione secolarmente rivestito dal nostro paese con gli altri continenti.
I rapporti commerciali (import ed export) con Vicino Oriente sono crollati, con proporzionali danni alla nostra economia. I rapporti diplomatici incrinati in Africa e in via di incrinazione anche con l’America Latina.
Ci stiamo lentamente chiudendo in un angolo, senza più vie d’uscita. La nuova bipolarità ( impropria e differente dal passato, molti parlano di “multipolarità) tra paesi “non allineati” e “impero occidentale” si va radicalizzando e trova nuovi terreni di confronto/scontro, più o meno evidenti. In mezzo, agisce trasversale e persegue un disegno autonomo l’islamismo dilagante. La Siria è esemplare. Dietro la falsa guerra civile, si stanno contrapponendo, per “interposte persone”, i due blocchi e le diverse visioni del mondo, antitetiche e necessariamente conflittuali.
Inevitabile, che tra i due blocchi nascenti si arrivi alla radicalizzazione del confronto, fino ad arrivare allo scontro aperto militare.
Il continuo bisogno di mercati e risorse (non infinite), la loro equa distribuzione, la legittima aspirazione a differenti ruoli, internazionali e regionali, degli attori in scena.
L’inarrestabile slancio delle nuove potenze economiche mondiali, in continua crescita e prossime al sorpasso sull’occidente decadente, non consentiranno mai più un’espansione imperialistica di tipo globale senza opporre resistenza. Gli effetti sono già visibile e i focolai di tensione e scontro si moltiplicano.
Il Capitalismo occidentale non ha altra via: o espandersi o morire per implosione. Le folli spese militari ordinate da oltre Atlantico, a fronte di una endemica crisi che richiederebbe ben altri interventi di spesa,hanno solo questa spiegazione.
Noi, come Italia e come Europa, ci siamo dentro mani e piedi e stiamo dalla parte sbagliata della barricata. Quella destinata a perire e che sappiamo essere giusto abbattere. Il tempo stringe e se non agiremo, subito e con forza, per il recupero della nostra sovranità di nazione, periremo altrettanto velocemente con essa.
di D.G. 

Nessun commento:

Posta un commento