Il segretario generale della Cgil all'Unità: "Se il pacchetto lavoro è l'inizio di un cambio di passo bene, altrimenti non si va da nessuna parte. Servono certezze per gli esodati e la cassa in deroga. La sentenza di Melfi è un'ottima notizia"
di rassegna.it
Il governo deve garantire un "cambio di fase", occorrono "certezze per gli esodati e per il rifinanziamento della cassa in deroga". Lo dice il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, intervistata oggi (1 agosto) sull'Unità. Il segretario fa il punto sul lavoro e la politica italiana, a partire dalla sentenza della Cassazione che ha dato ragione alla Fiom contro la Fiat, sulla questione dei tre licenziamenti illegittimi a Melfi. "Ogni volta che il Lingotto è in difficoltà parte il refrain del vittimismo - dice Camusso -. Che fa fare una pessima figura al Paese. Anche il ministro Giovannini gli ha ricordato che in Italia ci sono imprese importanti che continuano a crescere. Ha fatto bene. E' la caduta dei consumi dovuta alla compressione dei redditi e all'assenza della domanda la ragione principale della crisi, non le libertà sindacali". La sentenza, insomma, "è un'ottima notizia che dimostra come nessuno sia esente da regole e leggi".
Susanna Camusso commenta poi il pacchetto lavoro del governo Letta. "Il problema vero è che questo provvedimento, che usa dei parametri europei, non deve restare l'unico. Se è l'inizio di un cambio di marcia, molto bene. Se resta un unicum, apprezziamo lo sforzo ma non si va da nessuna parte".
"Una delle ragioni della crisi - prosegue - è una lunga stagione di penalizzazione dei redditi da lavoro e da pensione e di allargamento delle diseguaglianze, e nemmeno a vantaggio dell'impresa, semmai della rendita immobiliare e finanziaria". Per questo, ora, da parte dell'esecutivo "serve uno scatto". Il sindacato chiede di incentivare le imprese che investono e assumono, mentre "ci si attarda in discussioni su come restituire l'Imu, salvo poi dover perdere mesi a inseguire le risorse necessarie per risanare il bilancio".
Sugli esodati - poi - "serve una soluzione definitiva, una norma che dia certezze e che sia progressivamente finanziata". La certezza è che "non possiamo lasciare a piedi centinaia di migliaia di lavoratori senza cigs e mobilità in deroga. I soldi vanno trovati, su questo non ci devono essere discussioni".
Infine, un'ultima battuta Camusso la riserva all'accordo sull'Expo 2015. "L'interesse per l'Expo, pur importante, è limitato a quella società, è una misura straordinaria. Il mercato del lavoro non può diventare una Expo permanente. Dove serve siamo disponibili a fare accordi, ma il governo dovrebbe anche dire su quali settori vuole puntare e quante risorse intende destinarvi. Turismo? Arte? Serve un piano". Chi dice che l'accordo Expo può essere un modello è convinto che i problemi della crisi si risolvano con la precarietà e flessibilità, conclude, "il che è falso".
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