mercoledì 25 settembre 2013
Ecco cosa accadrà se passa la modifica dell'art. 138
di Luigi di Maio.*
Dal 15 al 17 settembre i cosiddetti "saggi" sono stati in ritiro con il ministro Quagliariello, hanno prodotto la relazione che illustra le linee guida per le Riforme Costituzionali. Riforme che sembrano trovare l'accordo di Pd, Pdl e Scelta Civica e che dovrebbero essere il punto di partenza del comitato dei 42, quello blindato, quello dove non si possono sostituire componenti, inclusi i morti (che si istituirà con la deroga all'articolo 138 della Costituzione).
La relazione nel ribadire quello che si sostiene da 20 anni in questo Paese e che ormai tutti condividono: riduzione numero parlamentari, leggi organiche, superamento bicameralismo perfetto, etc. ad un certo punto, istituisce il PRESIDENZIALISMO!
Lo chiamano "premierato". Un po' come l'Imu che si chiamerà service tax. Cambia la terminologia ma non la sostanza. Se non in peggio.
L'opposizione non sembra esistere. Non è neanche degna di nota. La relazione potenzia esclusivamente i poteri del Governo, come se non fossero già abbastanza ampi. Questo "premierato", che nel caso venisse istituito vedrebbe pochi altri casi analoghi (ad esempio nello Stato di Israele) affida totalmente il potere legislativo al Governo, corsie preferenziali e a tempo imposto per i disegni di legge del governo, ancora più poteri al primo ministro, dà al primo ministro la possibilità di sciogliere le camere! (ricatto di "tornare tutti a casa" se non si obbedisce all'esecutivo). Il Parlamento (e in particolare le minoranze) sarà tenuto fuori da qualsiasi decisione, e quando potrà intervenire dovrà farlo in fretta, il Governo non aspetta.
Capisco che non esistendo opposizioni negli ultimi 20 anni non siamo stati abituati a considerarle...ma con questa riforma le releghiamo definitivamente al ruolo di "urlatori" che denunciano un provvedimento sbagliato, e che in realtà non possono fare un bel niente per fermarli. Come se il parlamento fosse un teatro da sceneggiata.
Siamo entrati in parlamento con l'obiettivo di fermare questa deriva, che per ora è il frutto di dinamiche partitiche, e invece ci ritroviamo una riforma che istituzionalizza proprio questa follia. E ora si capisce bene perché vogliano farlo in un comitato blindato come quello che si istituirà con la deroga all'art 138 della Costituzione. Sarebbe la fine di ogni speranza di cambiare questa pessima condizione delle istituzioni. Sarebbe l'istituzionalizzazione della vuotezza delle istituzioni.
L'attuale condizione in cui hanno ridotto il Parlamento è da arresto per crimini contro la Costituzione. È da quando siamo arrivati che lo denunciamo. Il vero problema dell'Italia è che per anni il Parlamento ha dormito e il Governo ha imperato. Le violazioni costituzionali neanche si contano più.
Pensare che ora con delle riforme si voglia rendere lecito tutto ciò è inquietante. Ciò che oggi è incostituzionale (come l'abuso dei decreti legge), ciò che oggi è possibile solo tradendo il mandato elettorale (con il mega-inciucio tra Monti, Bersani e Berlusconi), lì dove la Corte Costituzionale può ancora intervenire per sanare queste pratiche assurde, diventerà la normalità.
In base alla relazione la forma di elezione del presidente della repubblica resta la stessa. Quindi il precedente creato con la rielezione di Napolitano d'ora in poi farà scuola, aprendo alla possibilità di avere un Presidente della Repubblica anche per 14 anni, o chissà anche di più. Perché non a vita...
La legge elettorale individuata è il doppio turno di lista. Progettata dal Prof. D'Alimonte, figura autorevole del mondo accademico che ho incontrato qualche tempo fa per conoscere la sua creatura. Il prof. non era tra i saggi, la Legge Elettorale l'hanno "esternalizzata".
Una legge elettorale che mi preoccupa se coniugata con questa forma di super-governo ideata dai saggi: se infatti mettiamo insieme la forma di "premierato" concepita e il fatto che questa legge elettorale assegna il premio di maggioranza a chi vince il secondo turno (il ballottaggio tra i primi due classificati), si può facilmente dedurre che le minoranze potranno anche assistere da casa e seguire in streaming i lavori parlamentari. La maggioranza "se fa la brava" forse avrà ancora qualche ragione di esistere.
Visto l'evidente sbilanciamento verso il governo mi sarei aspettato almeno più strumenti di democrazia diretta. Ma le forme di democrazia partecipata proposte sono veramente irrisorie. I cittadini neanche esistono. Il quorum continua ad essere mantenuto in tutte le forme di referendum. Nessuna possibilità di revocare il mandato ai propri rappresentanti (come in svizzera o usa), nessun referendum propositivo, solo un complesso meccanismo di leggi di iniziativa popolare al parlamento, con eventuale conferma dei cittadini, che si presta facilmente alla fregatura dei partiti.
Mi dispiace sempre ricordare che il più grande aumento di tasse in questo Paese lo abbiamo avuto nell'anno in cui il Parlamento è stato tenuto fuori da tutte le decisioni: il 2012, l'anno del Governo Monti, quando con 55 voti di fiducia (in pratica o il parlamento votava i provvedimenti del governo o tornavano tutti a casa) si sono approvate le peggiori porcate di questo Paese.
Viceversa se oggi non è ancora scoppiata la guerra in Siria lo si deve alle decisioni del parlamento inglese che ha fermato il suo governo guerrafondaio e alla paura di Obama di interpellare il Congresso USA su questo tema.
Ciò dimostra quanto sia importante tenere sempre i parlamentari al centro delle scelte. Non perché siano degli illuminati, semplicemente perché anche il peggiore ha un rapporto con gli elettori, anche il peggiore dei parlamentari deve dar conto a qualcuno, questo gli fa temere in ogni caso il giudizio di un'opinione pubblica e lo rende prudente. Dare la colpa a Monti o Letta invece è semplice, deresponsabilizzare gli eletti e dare la colpa al Presidente del Consiglio di turno è lo sport nazionale degli ultimi anni. Altrimenti Renzi come farebbe a giustificare che anche i suoi in parlamento stanno votando le porcate di Letta? È l'alibi perfetto.
La forma di "democrazia parlamentare del primo ministro" ( appunto questo premierato indicato dai saggi) che si vuole istituire, finirà di portarci alla rovina. I parlamentari saranno sempre più inutili e i tecnici di Bruxelles prenderanno le decisioni al posto nostro.
Non è una premonizione, semplicemente una certezza. Basta guardare agli ultimi 20 anni e vedere come ci siamo ridotti escludendo il parlamento dalle decisioni.
Questo Paese è stato ferito in più punti a suon di decreti legge e provvedimenti governativi. Ora stiamo dicendo ai nostri aguzzini: "prego accomodatevi, dateci pure il colpo di grazia, avete licenza di uccidere".
*Luigi di Maio, Movimento Cinque Stelle, è vicepresidente della Camera dei deputati.
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