B. apre la crisi: ministri Pdl lasciano. Letta: ‘Gesto folle per coprire i suoi guai’
L'annuncio del vicepremier arriva pochi minuti dopo una nota del Cavaliere: "Aumento dell'Iva è violazione dei patti". Ma la questione centrale è la decadenza dell'ex premier. Letta su Twitter: "Gli italiani non abbocchino a B". Epifani: "Ulteriore azione di sfascio per l’azione del governo". Cicchitto si sfila: "Potevamo discuterne"
Fine del governo Letta. Berlusconi chiede che i “suoi” ministri si dimettano, Alfano “obbedisce” e a stretto giro conferma che tutti hanno fatto il passo indietro. Il motivo? Per il leader del Pdl tutto è dovuto all’aumento dell’Iva, ma dietro le dichiarazioni c’è ancora la questione della sua decadenza da senatore, a seguito della sentenza della Cassazione che ha confermato la condanna a quattro anni per frode fiscale. Tra gli ultimi tentativi per salvare l’ex premier la proposta di Alfano, che aveva chiesto a Enrico Letta un decreto interpretativo sulla legge Severino. Proposta che non è andata a buon fine.
Ma a smentire l’ex premier interviene con parole durissime lo stesso presidente del Consiglio che invita gli italiani a “non abboccare”. Non solo: “Berlusconi – spiega un comunicato di Palazzo Chigi– per cercare di giustificare il gesto folle e irresponsabile di oggi, tutto finalizzato esclusivamente a coprire le sue vicende personali, tenta di rovesciare la frittata utilizzando l’alibi dell’Iva. La responsabilità dell’aumento dell’Iva invece – prosegue la nota – invece proprio di Berlusconi e della sua decisione di far dimettere i propri parlamentari mercoledì, fatto senza precedenti, che priva il Parlamento e la maggioranza della certezza necessaria per assumere provvedimenti che vanno poi convertiti”.
La rottura tra i ministri Pdl e il governo si consuma dopo una nota di Silvio Berlusconi diramata nel pomeriggio, lo strappo definitivo dopo la richiesta del Cavaliere di ricusare i componenti dellaGiunta che si erano già espressi a suo sfavore sulla decadenza da senatore. L’ex premier chiede ai ministri del Pdl di “valutare l’opportunità di presentare immediatamente le proprie dimissioni per non rendersi complici, e per non rendere complice il Popolo della Libertà, di una ulteriore odiosa vessazione imposta dalla sinistra agli italiani”. Pochi minuti dopo il ministro dell’Interno e vicepremier Angelino Alfano esegue: l’invito è stato accolto. “I ministri del Pdl – ha comunicato la portavoce del segretario Pdl dicendo di parlare a nome di tutta la delegazione del Popolo della Libertà - rassegnano le proprie dimissioni“. Dalla compagine di centrodestra presente nell’esecutivo viene così condivisa la proposta del capogruppo alla Camera Renato Brunetta che aveva chiesto ai colleghi di partito di dimettersi in massa. E viene disatteso anche l’invito di Giorgio Napolitano di garantire continuità e non una “campagna elettorale permanente”. E ora? Tra gli scenari possibili si fa strada l’ipotesi di Letta bis per fare la legge di stabilità e cambiare la legge elettorale.
La nota dei ministri Pdl – Per parte loro, i ministri di centrodestra Angelino Alfano, Nunzia De Girolamo, Beatrice Lorenzin, Maurizio Lupi e Gaetano Quagliariello confermano in una nota congiunta: “Non ci sono condizioni per restare”. Il motivo? Sono le “conclusioni alle quali il consiglio dei ministri di ieri è giunto sui temi della giustizia e del fisco“, proprio come ha scritto il Cavaliere. “La decisione assunta ieri dal Presidente del Consiglio dei ministri Enrico Letta, di congelare l’attività di governo, determinando in questo modo l’aumento dell’Iva - prosegue Berlusconi – è una grave violazione dei patti su cui si fonda questo governo, contraddice il programma presentato alle Camere dallo stesso premier e ci costringerebbe a violare gli impegni presi con i nostri elettori durante la campagna elettorale e al momento in cui votammo la fiducia a questo esecutivo da noi fortemente voluto”. Per l’ex premier, dunque, “per queste ragioni, l’ultimatum lanciato dal premier e dal Partito Democratico agli alleati di governo sulla pelle degli italiani, appare irricevibile e inaccettabile”.
Letta: “Italiani non abbocchino a Berlusconi” – Ma il presidente del Consiglio Enrico Letta risponde a stretto giro: la colpa dell’aumento dell’imposta è dovuta alle dimissioni del Pdl e chiede un “chiarimento in Parlamento, davanti al Paese“. Concetto che ribadisce su Twitter, dove scrive: “La colpa è della dimissione dei parlamentari che ha provocato la crisi e reso impossibile continuare. Berlusconi rovescia la frittata, gli italiani non abbocchino!”. E non c’è solo il messaggio via Twitter, perché da Palazzo Chigi arrivano parole durissime: “Per questo, ieri si era deciso di andare al chiarimento parlamentare e si era concordemente stabilito di postporre a dopo il voto in Parlamento i provvedimenti economici necessari. Gli italiani – conclude il presidente del Consiglio – sapranno rimandare al mittente una bugia così macroscopica e un simile tentativo di totale stravolgimento della realtà. In Parlamento ognuno si assumerà le proprie responsabilità dinnanzi al Paese”.
Interviene sul passo indietro dei ministri di centrodestra anche il segretario del Partito democratico Guglielmo Epifani secondo cui le dimissioni “sono una ulteriore azione di sfascio per l’azione del governo” e aprono “formalmente nei fatti una crisi”. Ora, prosegue il leader democratico, “dovremo valutare esattamente le conseguenze di questo. L’irresponsabilità sta salendo a livelli che non erano razionalmente valutabili”.
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