martedì 10 settembre 2013
Rodotà ribadisce: i principi della Costituzione non si toccano
"Se si tratta di sostenere i principi e i diritti contenuti nella Carta Costituzionale, noi allora siamo assolutamente conservatori". Il professore Stefano Rodotà ha voluto commentare le parole del premier Enrico Letta sulle riforme costituzionali pronunciate oggi a Cernobbio.
Ed è critico. "Bisognava partire come più volte suggerito, dalla riduzione dei parlamentari e dalla modifica del bicameralismo perfetto su cui si registra un ampio consenso. Ed avremmo già un importante cambiamento della Carta della quale abbiamo sempre sostenuto la necessità di una buona manutenzione, sottolinea ancora Rodotà rammentando le osservazioni che Enrico Letta aveva fatto a Firenze, qualche tempo fa, di fatto sostenendo che la difesa della Carta Costituzionale avrebbe impedito anche la riforma del bicameralismo e della riduzione dei parlamentari.
"Se come Enrico Letta - che è persona di grande equilibrio - aveva sostenuto a Firenze serve a chiamare a disciplina una maggioranza divisa anche sulla Costituzione, io rimango negativamente colpito - osserva Rodotà - che torna sulla norma di garanzia della Costituzione", l'articolo 138, per il quale il Movimento 5 Stelle ha messo in atto la sua protesta e sul quale ha piu' volte insistito nei suoi scritti. "Ho apprezzato l'ostruzionismo che ha consentito di non decidere la partita a luglio e apprezzo - osserva il professore - la volonta' di portare il tema davanti all'opinione pubbblica". Poi aggiunge: la riforma non è un adempimento burocratico che questo Governo, diviso sulla Costituzione, puo' adempiere".
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