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mercoledì 11 settembre 2013

Tim Parks: “Il ricatto di Berlusconi? Colpa di un Paese sbadato”



Per il noto scrittore e giornalista inglese, è grottesco il dibattito di queste ore in Senato: ovvia la sua colpevolezza. E si interroga su legalità, informazione appiattita e mancata legge sul conflitto di interessi: "In Italia si sono persi da anni i pilastri fondamentali su cui si basa una vera democrazia".

Intervista a Tim Parks, di Giacomo Russo Spena


“Situazione surreale”, “dibattito politico grottesco”, “esponenti del Pdl che sfiorano il ridicolo con le loro esternazioni”, “in tempi di crisi economica allucinante che un Paese sia bloccato per un processo ad un singolo”. Professore, giornalista e illustre scrittore inglese. In Italia dal lontano 1981. Eppure Tim Parks è ancora esterrefatto per le vicende interne nostrane. Sintomo di un Occidente che ci vede come anomalia. La mattina fatica a seguire la cronaca quotidiana e i vari commenti pro o contro la decadenza: “L’aspetto veramente preoccupante dell’attuale situazione in Italia non è tanto la sfacciataggine di Berlusconi, quanto il fatto che il suo ricatto sia attuabile e permissibile. Qui si sono persi da anni i pilastri fondamentali su cui si basa una vera democrazia”.

La battaglia giudiziaria del Cavaliere si è spostata nella Giunta al Senato: il relatore Augello ha prima considerato incostituzionale la legge Severino e poi ha richiesto la conferma dello scranno di Berlusconi. Intanto c’è già un ricorso degli avvocati di B. alla Corte Europea dei diritti dell’uomo. Tim Parks, che idea si è fatto?Succede che una norma – voluta e votata anche dal Pdl – stabilisce i criteri per essere candidabile o meno. Un modo per selezionare la classe politica in questi ultimi anni troppo collusa con affari e illeciti. Ora si vogliono cambiare le regole in corso ipotizzando l’incostituzionalità della legge Severino per salvare Berlusconi. Un dibattito senza senso.

Eppure, all’ipotesi che M5S e Pd votino la decadenza in Giunta, le reazioni del Pdl sono a dir poco scomposte: l’ex presidente del Senato Schifani evoca le camera a gas, mentre l’on. Malan parla di “atteggiamento insopportabile”.La cosa preoccupante non sono queste ridicole esternazioni ma il risalto che esse hanno nei vari media italiani, vengono trattate come fossero parole sensate ed importanti per il destino del Paese. Ho l’impressione che il mondo mediatico lavori per creare una condizione di squilibrio cronico e non voglia narrare l’effettiva realtà dei fatti: perfino i quotidiani più seri e i commentatori più rispettabili appaiono restii a insistere per il rispetto della legge e di rado parlano dei reati di Berlusconi nei dettagli. Come siamo arrivati ad esempio ad una Rai che trasmette interi dibattiti su queste allucinanti farneticazioni?

Me lo dica lei…E’ sempre stato sottovalutato il tema del conflitto di interessi, incredibile che non sia stata fatta finora una legge in materia. Bisogna ora legiferare urgentemente per colmare il vuoto. Berlusconi ha il monopolio di tutto: economico e mediatico. Siamo arrivati al punto che il capo di Mediaset va ad interloquire col Presidente della Repubblica. Allucinante.

In realtà ci sarebbe una legge del 1957 che impedirebbe la candidabilità di Berlusconi ma non è mai stata applicata. Anche per la scarsa volontà politica del Pd. Non trova che in questi anni ha svolto un’opposizione troppo soft?Tutto il Paese è stato sbadato, gli ha consentito di accumulare potere senza grossi intralci. L’Italia non era in ostaggio, poteva reagire soprattutto con il primo governo Prodi. Anche i giornali hanno mancato di senso critico. Ora la situazione è sotto gli occhi di tutti: gli oppositori appaiono attraverso lo specchio distorto dei media che egli stesso controlla e se cercano di attaccarlo sono presentati come soggetti ossessionati da Berlusconi e accusati di cercare di sconfiggerlo nei tribunali invece che alle urne.

Crede che il Presidente Napolitano abbia avuto le sue responsabilità?In passato ha sicuramente ceduto in alcuni momenti a Berlusconi. Mi ha stupito poi che non abbia dato il mandato a Bersani: sono convinto che in caso di voto in Aula, l’ex segretario del Pd avrebbe potuto ottenere la fiducia in entrambi rami del Parlamento. 

Torniamo ai guai giudiziari di Berlusconi. Per lei alla fine riuscirà a salvarsi o siamo all’epilogo finale?La sua storia è affascinante perché è impossibile prevedere il finale. Di certo ha paura di perdere l’immunità consapevole che dai tribunali d’Italia, come Napoli, possano arrivare altre condanne definitive nei suoi confronti. Per me non farà cadere il governo e tenterà di evitare le elezioni in Autunno. Per recuperare consensi si autorappresenterà come il “buono”, condannato ingiustamente ai servizi sociali. 

Il Cavaliere si difende dicendo che è stato votato da milioni di persone. Non le pare un discorso avulso dai principi democratici e dal caposaldo “la legge è uguale per tutti”?Ma sicuramente… stiamo parlando di cose ovvie: la divisione dei poteri dello Stato e la loro indipendenza. Oltre al tema della legalità che va rispettata. Mentre in Italia pare si sia persa questa coscienza, prevale un humus sovversivo dove persino persone rispettate in Europa come l’ex premier Mario Monti discutono di grazia per Berlusconi. A molte persone in realtà la situazione attuale va benissimo, in quanto legittima le loro stesse piccole trasgressioni, le loro evasioni fiscali. Bisogna arrestare urgentemente questa regressione culturale nel Paese.

Che mi dice della “magistratura politicizzata” tanto decantata dal Pdl e dai peones di B.?Negli Stati Uniti molti sono i casi di rampanti politici screditati dalla magistratura che scova altarini nel loro passato. Così sono costretti a fare un passo indietro. Qui invece siamo ad un braccio di ferro ma i fatti sono palesi e la colpevolezza di Berlusconi evidente.

Per lei l’Italia come ne uscirà?Spero che Pd e M5S non cambino idea in Giunta al Senato, innanzitutto. Devono far rispettare le regole. Poi, in caso di nuovo voto, mi stupisce non si parli più della legge elettorale. Il Porcellum, non permettendo di nominare i vari rappresentati in Parlamento, è tra le cause del tracollo morale e politico delle istituzioni italiane: ci fosse la possibilità di scelta, si creerebbe un rapporto più stretto con gli elettori locali e con le varie comunità territoriali. Il deputato sarebbe maggiormente responsabilizzato.

(11 settembre 2013)

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