Pubblica amministrazione, governo blocca stipendi per due anni. Statali in rivolta
Ieri il Cdm ha prorogato fino al dicembre 2014 lo stop alla contrattazione per i dipendenti pubblici per far fronte alla "particolare contingenza economica". Sindacati sul piede di guerra: "Di caldo ormai non c'è solo l'autunno, ma l’intero anno", minaccia la Confederazione Usb, che annuncia uno sciopero generale per il prossimo 18 ottobre
Blocco degli stipendi del personale della pubblica amministrazione fino al dicembre 2014. E’ quanto deciso dal consiglio dei ministri di ieri, per far fronte alla particolare congiuntura economica. Ma i dipendenti pubblici sono pronti a dar battaglia. Dai sindacati sono arrivati commenti molto critici nei confronti del provvedimento del governo. E la Confederazione Usb ha già proclamato uno sciopero generale per il prossimo 18 ottobre.
Nella nota diramata dal Cdm si legge che “il Consiglio ha approvato in esame definitivo, a seguito del parere espresso dalle Commissioni parlamentari e dal Consiglio di Stato, un regolamento cheproroga il blocco della contrattazione economica e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti”. Il blocco (che prevede eccezioni solo per la contrattazione normativa), per altro, sarà di ben due anni. A motivare il provvedimento è “la particolare contingenza economico-finanziaria, che richiede – spiega il Cdm – interventi non limitati al solo 2013, i cui effetti sono stati già scontati sui saldi di finanza pubblica. Sussistono infatti condizioni di eccezionalità tali da giustificare la proroga al 31 dicembre del 2014 di una serie di misure in materia di pubblico impiego“. Scendendo nel dettaglio, dunque, vengono prorogati il blocco dei trattamenti economici individuali; la riduzione delle indennità corrisposte ai responsabili degli uffici di diretta collaborazione dei Ministri e l’individuazione del limite massimo per i trattamenti economici complessivi spettanti ai titolari di incarichi dirigenziali; il limite massimo e la riduzione dell’ammontare delle risorse destinate al trattamento accessorio del personale; i blocchi riguardanti meccanismi di adeguamento retributivo, classi e scatti di stipendio, le progressioni di carriera comunque denominate del personale contrattualizzato e di quello in regime di diritto pubblico.
Il richiamo alle difficoltà economiche non è però servito a far accettare il blocco agli statali. I sindacati – dalla sanità alla scuola, passando per le forze armate – sono sul piede di guerra. Secondo l’Anaao Assomed, sindacato della dirigenza medica del Sistema sanitario nazionale, “il blocco dei contratti e delle retribuzioni dei lavoratori del pubblico impiego – in vigore dal 2010 – ad ogni medico del Ssn, alla fine di questi 5 anni, sarà costato 30 mila euro”. “Una somma di tutto rispetto, difficile da digerire“, denuncia l’Anaao. Parla di “militaricidio“, invece, il Cocer: ”La proroga – spiega la nota del Consiglio di rappresentanza- è la reiterazione di una grave ingiustizianei confronti di tutto il personale, nonché il definitivo colpo di grazia all’intero Comparto, dopo quelli già inferti dai precedenti governi”.
In subbuglio anche il mondo della scuola, già in agitazione per i tagli subiti negli ultimi tempi e la ‘grana’ assunzioni: “Non si può sempre giustificare l’assenza di risposte con la ristrettezza delle risorse, dopo aver massacrato con i tagli epocali la scuola, l’università, la ricerca”, tuona Flc-Cgil. “Ribadiamo che siamo radicalmente contrari nel pubblico impiego all’ulteriore blocco dei contratti, dei salari e degli scatti d’anzianità che aggraverebbe la condizione dei lavoratori in tutti i comparti della conoscenza”. “Senza una inversione di tendenza sarà un autunno caldissimo“, minaccia il sindacato, che sembra confermare tutti i timori del premier Enrico Letta, che proprio stamattina aveva parlato del rischio di un “autunno caldo”. Anche la Uil scuola definisce il blocco “inaccettabile”.
E infatti le rappresentanze sindacali non hanno intenzione di limitarsi alle sole dichiarazioni. ”I lavoratori pubblici non ci stanno ad essere rosolati a fuoco lento e il 18 ottobre parteciperanno allosciopero generale convocato dalla Confederazione Usb, scendendo in piazza con rabbia e determinazione. Di caldo ormai non c’è solo l’autunno, ma l’intero anno“, annunciano i sindacati di base.
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