«Mai più guerra». Con un gesto clamoroso, la cui forma così esplicita e diretta ha pochi precedenti della storia, il Papa si schiera apertamente contro l’intervento militare in Siria. E assume virtualmente la leadeship politico-spirituale dell’Occidente, pronunciando parole inequivocabili dal balcone di piazza San Pietro durante l’Angelus della domenica mattina: «La comunità internazionale agisca sulla base del dialogo: il grido della pace si levi alto, perché tutti rimpongano le armi e si lascino guidare da un anelito di pace». Di più: il pontefice indice per il 7 settembre una grande manifestazione contro la guerra e annuncia un digiuno di preghiera per invocare la rinuncia all’uso della forza contro Damasco. E’ un monito di inaudita efficacia, rivolto direttamente a Barack Obama, che considera il raid inevitabile ma lo posticipa all’indomani del 9 settembre. Messaggio drammaticamente chiaro, quello del Vaticano: è ufficiale, il mondo è in pericolo.
«Condanno l’uso delle armi chimiche», esordisce Bergoglio, con il volto teso: «Vi dico che ho ancora fisse le terribili immagini dei giorni scorsi», quelle dei bambini siriani uccisi dai gas tossici sprigionati dai proiettili chimici. Per quell’orrore, «c’è un giudizio di Dio e della storia a cui non si può sfuggire». Ma, aggiunge il Papa, «non è mai l’uso della violenza che porta alla pace: guerra chiama guerra, violenza chiama violenza». Per cui: «Chiedo alle parti in conflitto di non chiudersi nei propri interessi, ma di guardare all’altro intraprendendo la via dell’incontro», perché oggi più che mai «l’umanità ha bisogno di vedere gesti di pace». Parole che confermano appieno il timore di chi paventa l’innesco di una sorta di “terza guerra mondiale” dietro il possibile bombardamento missilistico della Siria.
Preanunciata dalla visita del sovrano Abdallah di Giordania, insieme a cui ha auspicato il ritorno alla ragione e la rinuncia a pericolose ritorsioni militari contro il regime di Damasco, la sortita di Papa Francesco il 1° settembre 2013 sembra destinata ad assumere un peso di portata storica, completata dall’annuncio della mobilitazione generale dei cristiani: «Ho deciso che il 7 settembre prossimo sarà dedicato a una giornata di digiuno e preghiera per la pace in Siria, in Medio Oriente e nel mondo intero. Qui, in piazza San Pietro, dalle ore 19 ci riuniremo in preghiera per invocare da Dio questo grande dono per l’amata nazione siriana e tutti gli altri paesi».
Nessun commento:
Posta un commento